
La folla di cronisti e curiosi fuori da palazzo di giustizia a Pavia
Pavia, 20 maggio 2025 – Giornata cruciale e attesissima quella di oggi, martedì 20 maggio 2025, per la nuova inchiesta sul delitto di Garlasco avvenuto il 13 agosto 2007. Alle 14 era previsto il doppio e contemporaneo interrogatorio alla Procura di Pavia del neo-indagato Andrea Sempio, il cui alibi presenterebbe vistosi buchi secondo gli inquirenti, e, come “testimone assistito” di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi unico condannato (a 16 anni) per l’omicidio della ragazza e oggi in stato di semi-libertà dopo avere scontato gran parte della pena. Il 41enne si è sempre dichiarato innocente. Ma Sempio non si è presentato perché, stando ai suoi legali, “l’invito a comparire è nullo”. Alla stessa ora, in qualità di persona informata sui fatti, hanno iniziato ad ascoltare a Mestre, dove vive, Marco Poggi, fratello della vittima e amico di Andrea Sempio. Intanto spunta l’ipotesi di un’impronta del 37enne isolata vicino al corpo senza vita di Chiara Poggi.

Nel giorno degli interrogatori in Procura a Pavia sul caso Garlasco, la trasmissione tv ‘Le Iene’ manderà in onda il racconto integrale di un testimone finora inedito. Nel servizio di Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese, stasera, in prima serata su Italia 1 saranno anche fatte ascoltare le telefonate mai sentite della madre di Sempio e alcuni messaggi vocali di Paola Cappa, inviati a un amico, inerenti all’omicidio della cugina Chiara Poggi. Tra le anticipazioni, è emerso che il testimone, indicato con il nome fittizio di ‘Carlo’, ha spiega all’inviato che, poco dopo l’omicidio, aveva incontrato in ospedale una donna di Tromello che abitava vicino alla casa della nonna materna delle gemelle Cappa. La donna gli riferì di aver visto Stefania Cappa agitata, intenta a entrare nella vecchia casa con una borsa pesante. “Stefania era nel panico, con un borsone”, il rumore di qualcosa gettato nel fosso, e aggiunge che le persone che avevano assistito alla scena erano già anziane all’epoca e oggi non sono più in vita. All’inviato Carlo racconta infine, di aver annotato tutto su dei taccuini, per non dimenticare.
"È logico-fattuale che l'impronta sulla parete delle scale appartenga all'assassino". Lo scrivevano i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano in un'annotazione del luglio 2020, parlando di quel "contatto papillare numero 33", ossia dell'impronta del palmo di una mano che, all'epoca delle prime indagini sull'omicidio di Garlasco del 2007, era stata definita "totalmente inutile ad un esame dattiloscopico".
Impronta che ora, nelle nuove indagini su Andrea Sempio e attraverso una consulenza disposta dai pm di Pavia, è stata attribuita all'amico del fratello di Chiara Poggi. L'informativa del 2020 faceva parte del fascicolo che fu archiviato quello stesso anno, di fatto la seconda archiviazione per Sempio, anche se formalmente non era indagato come nel 2016-2017. I carabinieri scrissero cinque anni fa che su quella impronta sulla parete destra della scala non venne fatta nemmeno una indagine "biologica" per accertare se la mano fosse sporca di sangue.
Le comparazioni dattiloscopiche su quella traccia numero 33, si legge nella relazione del Ris dei carabinieri dell'epoca della prima inchiesta, non erano state effettuate perché era "completamente priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti". E anche l'esito del "combur test" era stato "dubbio". Dalla relazione dell'epoca era emerso, inoltre, che sulle pareti destra e sinistra della scala, dove in fondo fu trovato il corpo di Chiara, erano state repertate 25 impronte, sia palmari che digitali. La gran parte classificate con utilità "nessuna" per gli accertamenti. E oltre a quelle attribuite a un investigatore che lavorò sulla scena del crimine, ce ne era anche una, sempre sulla parete destra, del pollice destro di Marco Poggi, che ovviamente viveva in quella casa.
Si tratte di un'impronta insanguinata mai attribuita a nessuno nella prima indagine quella che la procura di Pavia e i carabinieri del nucleo investigativo di Milano oggi sostengono essere di Andrea Sempio, indagato per il concorso con altri o con Alberto Stasi nell'omicidio di Chiara Poggi. Lo si apprende in merito all'elemento indiziante contenuto nella consulenza tecnico-scientifica disposta dai pm pavesi. L'orma si trova sulle scale che portano alla cantina della villetta di via Pascoli dove e' stato trovato il corpo senza vita della ventiseienne, uccisa la mattina del 13 agosto 2007.

"Con la collaborazione degli inquirenti, Marco Poggi ha potuto essere sentito lontano dai giornalisti ed ha risposto serenamente alle domande che gli sono state rivolte. Ad Andrea Sempio lo lega un'amicizia di lunga data e la convinzione della sua estraneità alla tragica vicenda che ha sconvolto la sua famiglia.", Così, in una nota, l'avvocato Francesco Compagna, legale della famiglia Poggi, in merito all'audizione odierna del fratello di Chiara
Terminata l'audizione, come teste, di Marco Poggi, il fratello di Chiara, nell'ambito dell'inchiesta bis sull'omicidio condotta dalla Procura di Pavia. L'audizione è avvenuta in una caserma dei Carabinieri del Veneziano. Poggi doveva essere sentito dalla pm Giuliana Rizza. Nulla si sa al momento dell'esito del confronto. Poggi si è recato all'appuntamento con propri mezzi. L'interrogatorio del fratello di Chiara, e quello contestuale - poi saltato - di Andrea Sempio, servivano a chiarire quanto Sempio fosse davvero di casa nella villetta dei Poggi e quali erano i suoi rapporti con Chiara.
Si troverebbe sul muro delle scale che portano in taverna, vicino al luogo dove è stata trovata senza vita Chiara Poggi l'impronta compatibile con quella di Andrea Sempio e individuata dalla nuova indagine sul delitto della giovane. E' quanto si è appreso in merito a una nuova consulenza dattiloscopica disposta dalla Procura di Pavia e che, in questo caso, riguarda una impronta del palmo di una mano di Sempio che frequentava la villetta di via Pascoli in quanto amico del fratello della vittima
"Alberto Stasi ha risposto ma non posso entrare nel merito. Abbiamo sempre più di fiducia nei pm e negli uomini e le donne dei carabinieri". Lo ha detto l'avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, uscendo dal palazzo di giustizia di Pavia dopo l'interrogatorio con i pm dell'unico condannato per il delitto di Garlasco.

Ci sarebbe l'impronta di Andrea Sempio accanto al cadavere di Chiara Poggi. Lo afferma il tg1 in un servizio esclusivo, che avrebbe avuto accesso a una perizia disposta dalla procura di Pavia nel nuovo filone dell'indagine sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. La svolta arriva grazie ai nuovi accertamenti disposti nell'inchiesta coordinata dal procuratore di Pavia Fabio Napoleone, dall'aggiunto Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano. Di questa impronta, a quanto si apprende, se ne sarebbe parlato nel corso degli interrogatori di oggi, quello di Alberto Stasi, appena concluso a Pavia, e del fratello della vittima Marco Poggi, ascoltato come persona informata sui fatti presso la caserma dei carabinieri di Venezia.
''Non posso dire nulla sugli argomenti chiesti, posso dire che abbiamo risposto a tutte le domande e che siamo contenti di essere venuti. Siamo molto soddisfatti, ho grande fiducia a rispetto per chi indaga''. E' quanto ha affermato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, al termine dell'interrogatorio in procura a Pavia. Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, delitto che ora vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. ''E' rispettoso della condanna e sereno e fiducioso in questa inchiesta'' ha concluso il difensore al termine di oltre due ore di interrogatorio.

"Abbiamo deciso ieri con Andrea di fare così", ossia di non presentarsi in Procura a Pavia per l'interrogatorio fissato oggi. E' quanto ha affermato l'avvocato Massino Lovati che con la collega Angela Taccia difende Sempio, indagato nella nuova inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi e destinatario di un invito a comparire ritenuto dai due legali 'nullo'. "Ora ci attendiamo una nuova convocazione - ha aggiunto - con l'avvertimento previsto dal codice e che manca in quello ricevuto. Se poi non dovessimo presentarci ancora" c'è sempre la carta del gip che potrà disporre "l'accompagnamento coattivo".
''Vediamo'', ha detto all'Adnkronos Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio - insieme ad Angela Taccia - alla domanda se dopo il mancato interrogatorio di oggi - per un presunto errore nell'atto inviato dalla procura di Pavia - Sempio potrebbe essere chiamato ancora dai magistrati per un faccia a faccia. Un punto su cui pm e difesa non avrebbero interloquito. Come indagato Sempio ha la facoltà di non rispondere per non concedere vantaggi a chi lo accusa.
Da quanto si è saputo alla mancata comparizione in Procura di Andrea Sempio, gli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, hanno depositato una memoria con cui hanno eccepito, davanti agli stessi pm, la "carenza" nell'invito a comparire per l'interrogatorio, notificato nei giorni scorsi, "dell'avvertimento" previsto dall'articolo 375 comma 2 lettera D. Articolo che prevede che "il pubblico ministero potrà disporre a norma dell'articolo 132 l'accompagnamento coattivo in caso di mancata presentazione senza che sia stato addotto legittimo impedimento". La mancanza di questo "avvertimento" nell'atto dei pm, secondo la difesa, comporta la nullità di quell'invito a comparire, perché è un "avvertimento ritenuto fondamentale" e che va indicato all'indagato. A questo punto, da quanto si è saputo, i pubblici ministeri potrebbero notificare un nuovo invito a comparire, sanando quella carenza contestata dalla difesa, oppure potrebbero ritenere che il loro atto non fosse affatto nullo e che Sempio, convocato, non si è presentato. E nell'eventualità disporre anche l'accompagnamento coattivo.
Sempio non si è presentato e l'avvocata Angela Taccia, che con un altro legale difende il 37enne di Garlasco, ha pubblicato su Instagram una storia nella quale scrive: "Guerra dura senza paura". E poi ancora: "CPP we love you", con un cuoricino di colore blu. Se facciamo due più due capiamo subito che CPP è l'acronimo di Codice di procedura penale. Poi un altro messaggio più criptico, sempre affidato ai social: "Lascia che l'oceano ti insegni che puoi essere sia calmo che caotico, gentile e forte".

Andrea Sempio non si è presentato alla convocazione in Tribunale a Pavia, alle 14 in contemporanea con quella di Alberto Stasi. È stato aspettato a lungo e, salvo giustificazioni che potrebbero essere ancora addotte, al momento non è più atteso alla doppia convocazione che vede Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni, e ora semilibero.

Alberto Stasi è giunto, puntuale alle 14, al Tribunale di Pavia. Attualmente in semilibertà, è entrato dalla porta carraia del Palazzo di giustizia, sul retro, senza scendere dalla vettura. Il suo legale, Alberto De Rensis, ha ribadito che "è sereno e intendere rispondere a tutto, a non sottrarsi alle domande che gli verranno rivolte; strategia opposta a quella che invece potrebbe adottare Andrea Sempio, che potrebbe infatti avvalersi della facoltà di non rispondere.
Previsto ora, alle 14, l'avvio degli interrogatori contemporanei di Alberto Stasi e Andrea Sempio davanti ai pm in qualità di testimone assistito e indagato per l'omicidio di Chiara Poggi
Fabrizio Corona, dopo aver parlato del caso Garlasco nella sua trasmissione web Falsissimo, è arrivato in auto al Tribunale di Pavia dove è stato subito assediato dai cronisti, senza però rispondere alle loro domande


"Alberto è sereno. Risponderemo a tutto quello che ci verrà chiesto. Vediamo che domande ci fanno e rispondiamo". Lo ha dichiarato poco fa ai cronisti l'avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, prima di entrare nel palazzo di giustizia di Pavia per l'interrogatorio del suo assistito. "Non so dov'è al momento Alberto", ha detto il legale rispondendo alle domande dei cronisti. "Non so se questa storia verrà riscritta, so solo che la stiamo ridisegnando. Non so dire dove questo disegno ci porterà. C'è molta fiducia e rispetto per l'operato della magistratura che non credo operi sulla base di un'idea, come ho sentito, nè su tesi strampalate. È un'indagine molto razionale e molto seria. Stiamo lavorando, cercando di dimostrare che le cose sono andate in maniera diversa".
L'inchiesta attuale - in attesa di colpi di scena a distanza di quasi 18 anni dal delitto - parte da una rilettura e una nuova ricostruzione di quanto accaduto al piano terra della villetta in cui i genitori di Chiara Poggi continuano a vivere. Si valuta l'ipotesi - smentita delle sentenze - che potrebbe esserci stata una colluttazione tra la vittima e Sempio tale da giustificare quella traccia genetica sulle unghie che per la procura non trova altra giustificazione.
Gli inquirenti che nell'ultima settimana hanno accelerato sulle indagini - con le perquisizione a casa di Sempio e dei genitori e la ricerca dell'arma del delitto nel canale di Tromello - sono pronti a svelare qualche asso dalla manica, in attesa che l'incidente probatorio possa restituire quel match genetico che per la Procura colloca il sospettato in via Pascoli quando Chiara Poggi viene uccisa. Nell'archiviazione su Sempio - firmata dal giudice delle indagini preliminari Fabio Lambertucci e chiesta dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dalla sostituta procuratrice Giulia Pezzino - quel dato è già spiegato con un contatto mediato tra le dita di Chiara e la tastiera del computer di casa Poggi (non pulita con reagenti) su cui Sempio tempo prima potrebbe aver lasciato le sue impronte. Una spiegazione che non convince una Procura segnata negli ultimi anni da veleni e lotte intestine.
Dopo 18 anni il caso è stato riaperto e per la prima volta ad essere in discussione è la ricostruzione di un'unica persona sulla scena dell'omicidio che ha sorpreso Chiara senza nemmeno darle il tempo di difendersi. L'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Civardi e dalle pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, ha preso la strada della convinzione che il delitto sia stato commesso non da una ma da più persone, tra cui Andrea Sempio, l'amico del fratello della 26enne assassinata.

Marco Poggi, già sentito lo scorso 12 marzo, torna davanti agli inquirenti per precisare alcuni dettagli su chi frequentava la sua abitazione, su chi sapeva della sua vacanza con i genitori in Trentino e se aveva confidato che il 13 agosto 2007 sua sorella era sola in casa.

A due ore dagli interrogatori crescea a Pavia la tensione attorno a un appuntamento definito da alcuni "anomalo" in questa fase delle indagini e che vede per la prima volta una precauzione diretta rispetto a una possibile fuga di notizie, con la convocazione contemporanea, appunto, di Sempio, 37 anni, e Stasi, 41, che verrà sentito come "testimone assistito". Alla stessa ora viene ascoltato a Mestre, dove vive oggi, Marco Poggi, il fratello della vittima.
Se Alberto Stasi in qualità di testimone assistito ha già fatto sapere, tramite il suo legale, che risponderà alle domande degli inquirenti sulle amicizie di Chiara Poggi, non è ancora chiara quale strategia difensiva adotterà l'indagato Andrea Sempio, assistito dagli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati. Il 37enne potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere per non concedere vantaggi all'accusa.