Martedì 23 Aprile 2024

Delitto del catamarano, il killer è libero. Nuova beffa, scarcerato in Portogallo

Pippo De Cristofaro doveva scontare l’ergastolo. Ma non è stato estradato

Delitto del catamarano: Pippo De Cristofaro e Annarita Curina, la vittima

Delitto del catamarano: Pippo De Cristofaro e Annarita Curina, la vittima

Milano, 22 febbraio 2017 - C’È RABBIA e indignazione in Procura a Milano per il caso di Filippo De Cristofaro, oggi 63enne, condannato nel 1991 all’ergastolo per aver ucciso tre anni prima la skipper pesarese Annarita Curina. Catturato in Portogallo nel maggio scorso, dopo una lunga latitanza, ‘‘Pippo’ De Cristofaro non è stato estradato in Italia e a ottobre è tornato libero. La ragione? Le comunicazioni tra le autorità portoghesi e quelle italiane non hanno funzionato. «La responsabilità è della magistratura portoghese, si parla tanto della giustizia italiana ma se l’avessimo fatta noi una cosa del genere ci avrebbero massacrato», tuona l’ex pm milanese Ferdinando Pomarici, da qualche mese in pensione. 

NEL CORSO della sua carriera si è occupato di molti casi importanti, dall’omicidio Calabresi al processo ai vertici Cia e Sismi per il caso Abu Omar. Prima di lasciare la toga, guidava proprio il dipartimento Esecuzione pene e ha seguito le indagini della Squadra Mobile di Ancona che hanno portato all’arresto di De Cristofaro dopo una caccia all’uomo per mezza Europa. «Con tutta la fatica che abbiamo fatto per prenderlo – aggiunge– e ora chi lo dice ai familiari della vittima?».

Gli investigatori hanno rintracciato l’ex ballerino e playboy con la passione per le barche a Sintra, a una trentina di chilometri ad Ovest di Lisbona. A tradirlo sono stati i controlli al suo account di posta elettronica. Quando è la polizia portoghese lo ha fermato su un treno diretto a Lisbona, a carico ‘Pippo’ pendevano due mandati d’arresto europeo: il primo per un’evasione dal carcere di Opera e il secondo per la condanna all’ergastolo, emessa dalla Corte d’Appello di Ancona e confermata dalla Cassazione, per l’omicidio della skipper pesarese a cui voleva rubare il catamarano per andare in Polinesia. In tasca aveva un passaporto, una patente di guida e una nautica, tutti a nome di Andrea Bertone, di dieci anni più giovane. Così, per l’ex playboy il magistrato di Lisbona ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per possesso di documenti falsi. E da lì che sono iniziate le incomprensioni con le autorità italiane.

IN PORTOGALLO, infatti, non è prevista la reclusione a vita e il Tribunale di Lisbona ha chiesto chiarimenti sull’ergastolo ai colleghi italiani. La risposta del pm Andrea Fraioli – che ha ereditato il fascicolo da Pomarici – nella quale si spiegava che in realtà in Italia non è possibile superare la soglia dei 30 anni di reclusione, però, non avrebbe avuto seguito. In pratica, «le autorità portoghesi se ne sono fregate del mandato d’arresto per omicidio», è la conclusione di Pomarici, e quando sono scaduti i termini di custodia della misura cautelare per i documenti falsi, De Cristofaro è stato liberato. Diversa la versione delle autorità portoghesi. La Corte d’appello di Lisbona, a giugno, e il Tribunale supremo di giustizia, a luglio, avevano respinto gli appelli di De Cristofaro contro l’estradizione. A procedura completata, però, ci sarebbero state lungaggini nei tempi di restituzione del detenuto all’Italia e sarebbe scattata la scarcerazione. Ora il ministero della Giustizia ha chiesto chiarimenti a Lisbona, ma intanto De Cristofaro è uccel di bosco.