Mercoledì 24 Aprile 2024

De Magistris chiama il M5s "Con noi per il cambiamento"

L’ex sindaco di Napoli in campo alla sinistra del Pd con Unione Popolare

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di Nino Femiani

Ha messo per il momento in naftalina la bandana arancione, ma non lo spirito di quella stagione. Luigi de Magistris, 55 anni, ex magistrato, sindaco di Napoli per dieci anni, si prepara a tornare in campo, più agguerrito che mai. Proprio ieri è stata presentato il simbolo della sua “Unione Popolare“, uno schieramento dei non allineati che si propone come perno di un terzo polo capace di sparigliare gli equilibri in vista del 25 settembre.

De Magistris in campo con Unione Popolare contro Draghi e il draghismo.

"Chi fa politica come me, in prima linea, non può tirarsi indietro. Noi avevamo costruito da mesi un progetto politico. Certo non eravamo pronti a votare a settembre, ma stiamo già facendo la raccolta delle firme e io mi candiderò sicuramente. Vogliono costringere solo noi, che ci siamo opposti al governo e alla guerra, a raccogliere migliaia di firme in piena estate, mentre altri con un mero cavillo ne sono esentati solo perché hanno sostenuto il governo".

Si candiderà a Napoli?

"Non solo. Anche a Roma e Cosenza".

Qual è il perimetro delle forze che la sostengono e a cui intende fare appello?

"È un campo aperto fatto da associazioni, movimenti, reti civiche, amministratori, intellettuali, studenti, operai. Intendo parlare a quel mondo che non è rappresentato dai partiti tradizionali. Poi con me ci sono anche movimenti politici, che hanno un ruolo fondamentale in questa fase di raccolta di firme e mobilitazione, come Potere al Popolo e Rifondazione comunista. Ma attenzione: la mia non è una unione di simboli né di esperienze passate come l’Arcobaleno o Rivoluzione civile. Il simbolo sarà Unione Popolare che sottende alla costruzione di un cantiere".

Che cosa ci metterete in questo cantiere?

"Lo riempiremo con i motivi per cui ci opponiamo ai draghisti e stiamo con i pacifisti. Spiegheremo che il governo Draghi e suoi alleati hanno inviato armi, non hanno fatto il salario minimo, hanno alimentato le diseguaglianze. E poi ci rivolgiamo agli elettori del Sud rimasti delusi dai Cinquestelle".

Ecco, il M5s. Si dice che lei voglia allearsi con i Cinquestelle delle origini, quelli Di Battista.

"Io nasco in politica con sensibilità molto vicine a quelle del M5s. Poi in questi anni il Movimento ha fatto altre scelte, con alleanze assolutamente inaccettabili, da Salvini a Berlusconi a Renzi a Draghi. E siamo diventati antagonisti".

Di colpo invece c’è stato un ritorno di fiamma?

"L’interesse scaturisce sicuramente dalle dichiarazioni di Di Battista, ma anche dello stesso Conte, dopo la scissione di Di Maio. La novità è costituita dalla rottura con Draghi e con il Pd, di questo prendiamo atto, anche se intendo verificare quanto sia reale e quanto sia propaganda".

Su quale base si fa la verifica con il M5s?

"Un’agenda radicale, innovativa e di governo. Le faccio un esempio: l’acqua pubblica, che era un mantra dei Cinquestelle, io da sindaco l’ho realizzata, non mi pare che loro lo abbiamo fatto né al governo né nelle amministrazioni in cui ci sono stati i sindaci grillini. E allora sa che cosa dico a Conte?".

Che cosa gli dice?

"Caro Giuseppe, vuoi un reale cambiamento? Bene, lavoriamo a un programma radicale e sociale che parta dal no all’invio di armi, dal salario minimo, dalle misure per le piccole e medie imprese, dal reddito di cittadinanza. Lavoriamo insieme al terzo polo che può arrivare al 15-20%".

Come immagina gli schieramenti?

"Da una parte una coalizione di destra e sovranista con FdI, Lega e pezzi di Forza Italia. Al centro il Pd che dopo la fine del campo largo, attrarrà gli orfanelli di Draghi, da Di Maio a Calenda, da Renzi ai fuoriusciti del centrodestra. E poi un campo di sinistra, ma non sinistra tradizionale che è stata al governo con Draghi e il Pd. Conte dove si mette? Torna con il Pd? Va da solo, ma non prende neppure un deputato o un senatore? La verità è che non è più tempo di tentennamenti, ma di coerenza".