Morte David Rossi, "troppi lati oscuri nei filmati". La figlia: voglio la verità

La famiglia lotta da tre anni. "Ma quelle due persone non c’entrano"

Carolina Orlandi, la figlia di David Rossi (Dipietro)

Carolina Orlandi, la figlia di David Rossi (Dipietro)

SIENA, 18 GIUGNO 2016 - LA MADRE è bloccata a letto da una malessere e allora c’è lei a farsi carico di tutto. Carolina Orlandi, la 24enne figlia della vedova di David Rossi, Antonella Tognazzi, è da tre anni in prima fila nella battaglia per scoprire la verità sulla morte di quello che considerava a tutti gli effetti un padre.

«È un documento agli atti dell’inchiesta da tre anni – dice in proposito del video diffuso su Internet in questi giorni –. Per noi si tratta di immagini già viste e conosciute. Adesso è stato rimesso in rete con le immagini rimontate dal New York Post e non da noi. Si tratta di un documento molto forte e che può servire a tenere ancora alta l’attenzione sul caso nel suo complesso, ma per è importante non sviare dagli elementi oscuri contenuti in quel video e in tutta la vicenda».

Che cosa teme?

«Si sta concentrando troppo l’attenzione su quelle due persone che nel video si avvicinano al corpo di David in terra, quando sono ben altre le cose poco chiare di quelle immagini».

E quali sono?

«L’orologio che piomba a terra dopo la caduta di David, la persona che si affaccia nel vicolo e poi torna indietro, la dinamica della caduta stessa. Tutte questioni ancora da chiarire e per le quali da tre anni attendiamo risposte».

Invece quelle due persone che si vedono nel video si sa bene chi sono.

«Certo, uno in particolare è l’amico e collega di David, Gian Carlo Filippone. Eravamo insieme quella sera e insieme andammo cercarlo in banca dopo che mia madre si era preoccupata perché non era rientrato e non le rispondeva al telefono. Siamo saliti nel suo ufficio e ci siamo affacciati alla finestra, quando abbiamo visto il corpo in terra io sono corsa a casa da mia madre e lui è sceso nel vicolo per dare l’allarme».

Quindi eravate insieme quella sera?

«Sì, lui era con me fino a quando non è sceso nel vicolo e io sono tornata a casa».

La sua posizione è già emersa nella prima inchiesta.

«Sì, ed è stata anche una delle poche persone presenti in banca quella sera a essere ascoltate dalla procura. Casomai, la questione strana è come mai delle dieci-quindici persone presenti negli uffici del Monte dei Paschi non tutte siano state sentite. Solo io, Filippone, il portiere della banca e l’altra persona che si vede comparire nel video abbiamo reso testimonianza ai magistrati». 

La nuova inchiesta della procura comunque va avanti. Sabato 25 giugno si terrà la prova di simulazione della caduta di David Rossi dalla finestra del vicolo di Monte Pio. Un altro passo avanti verso la verità?

«Sì, finalmente è stata fissata la data per questa prova, molto importante per fornire risposte ad alcuni dei tanti interrogativi rimasti aperti. In particolare servirà a chiarire come è caduto David e altri punti poco chiari della dinamica».

Degli esiti dell’esame sul corpo di David invece non si sa niente?

«No. Stiamo ancora in attesa i risultati dell’autopsia».