Venerdì 19 Aprile 2024

Datemi un post e vi cambierò il mondo

Matteo

Massi

Posto ergo sum. La revisione (digitale) del pensiero cartesiano non vale proprio per tutti. Perché tutti non sono Chiara Ferragni. Serve, sfoggiando un altro latinismo, l’auctoritas. Che quella o ce l’hai o non ce l’hai. La definizione di auctoritas: il prestigio (riconosciuto) che serve a influenzare le scelte altrui e anche collettive. Influenzare, ecco perché l’influencer Chiara Ferragni non è come le altre influencer. È bastato che ieri postasse su Instagram che Milano era una città violenta e poco sicura che il tema, al di là della manciata di interrogazioni precedenti sulla questione, è entrato immediatamente nel dibattito politico. Cavalcato per ora a destra.

Ma perché la Ferragni riesce comunque sempre a incidere, sia che si tratti di un tema frivolo sia che invece il tema diventi decisamente più serio? Non può essere solo una questione di follower: ne ha 23,5 milioni e se anche non tutti fossero italiani, significa comunque che buona parte del Paese la segue. Che lo faccia per curiosità o perché è interessata a quello che dice, poco importa. Sta di fatto che riesce ad arrivare dove molti – soprattutto politici – si sognano di arrivare. E così se la campagna vaccini va a rilento e gli anziani non vengono chiamati (inverno-primavera 2021) lei fa una storia con la nonna del suo Fedez che non è stata ancora contattata e subito scatta l’indignazione generale e la nonna viene vaccinata. Liliana Segre quando l’ha chiamata per il Memoriale della Shoah ha detto: "Sapevo che la signora Ferragni fa un lavoro molto importante, legato alla moda, ma so che tiene anche all’impegno sociale". Può piacere o non piacere, ma l’unica certezza è che Chiara Ferragni risulta credibile, quando dice (anzi posta) le cose. Non solo per i suoi follower. E di questi tempi non è poco.