Dario Fo recita in 'Grammelot' / VIDEO

Il giullare lombardo si era inventato una lingua vera e propria

Dario Fo (ImagoE)

Dario Fo (ImagoE)

Milano, 13 ottobre 2016 - "Ci sono pochissimi termini chiari, sono quasi tutti inventati". Lo specificava, Dario Fo (VIDEO Quando spopolava con Carosello), prima di attaccare i suoi monologhi in 'Grammelot'.  Lo scrittore, attore, musico, e poeta è morto oggi all'età di 90 anni. Aveva messo in piedi una lingua vera e propria, quasi da zero. Le eccezioni erano i rari (e veri) vocaboli estrapolati dal dialetto padano. Un miscuglio di bresciano, bergamasco e lombardo in generale che poteva sembrare un dialetto, ma che dialetto non era. Linguaggio espressivo dal sapore arcaico, il Grammelot, ricco di neologismi che il giullare da Nobel aveva coniato nel corso degli anni. Al suono quasi medievale di quella lingua, Dario Fo associava una mimica originale e unica. Il Grammelot era sconosciuto a tutti, ma dopo qualche minuto si riusciva a capire quello che l'attore voleva esprimere. Anche senza volume, talvolta, tanto era geniale la gestualità del giullare lombardo. 

LA STORIA - Nello spettacolo 'Mistero Buffo' del 1969, Fo recita in una lingua che unisce i dialetti lombardo-veneto-friulani alle espressioni dei gullari medievali. Lo scrittore evoca le narrazioni dei fabulatori contadini udite quando era bambino. Il messaggio è chiaro: recuperare l'identità e la cultura popolare, destinata all'estinzione. Il vero 'Grammelot', la lingua non-sense che ricorda solo foneticamente le cadenze dialettali, arriva nella parte intitolata 'La fame dello Zanni', dove Fo si cala nei panni di un contadino della Venezia del 500. Eccone un estratto, preso da YouTube, dove l'attore recita in Grammelot nel corso di una trasmissione andata in onda su Rai 2 nel 1991. Il monologo nella lingua non-sense inizia intorno al secondo minuto.