Giovedì 18 Aprile 2024

Danza del ventre censurata Erdogan non la vuole in Tv

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di Riccardo Jannello

Erdogan non ama la danza del ventre, la considera lasciva e capace di inculcare nei turchi più deboli pulsioni sconvenienti; quindi le tv del Paese non potranno trasmettere nei coloratissimi show di Capodanno questa danza che da secoli inebria il mondo arabo, una tradizione di sensualità, profumata di incensi e passione, un vedo-non vedo a volte molto esplicito nel quale, alle origini, venivano esaltate la terra e la fertilità: una danza propiziatoria per le donne che dovevano partorire. Sono stati tagliati anche altri programmi di intrattenimento considerati dal governo troppo popolari e poco islamici. Proprio per questo il ’Sultano’ non li approva: le pratiche "corrosive" della morale vanno oltre le sue rigide regole con le quali tenta di portare tutta la Turchia a sé. La stretta sulla danza del ventre gli porterà bene? Gli accadimenti degli ultimi anni – come la crisi economica con la caduta della lira turca e lo stallo nel quale si trovano le trattative per entrare nell’Unione Europea bloccate da una stretta sui diritti civili – sembrano andare nel senso inverso, ma Erdogan e il suo Partito per la giustizia e lo sviluppo, il famigerato Akp, non se ne accorgono nonostante la clamorosa sconfitta nelle elezioni amministrative a Istanbul e Ankara. Le televisioni indipendenti, quelle che non sono state rastrellate dai magnati vicini ad Erdogan, hanno proposto di coprire le ballerine il più possibile, nascondendo quell’ombelico che è il centro di gravità della danza. Un sacrificio alla sacralità del movimento che non è servito e che colpirà lo share dei vari programmi. "Pur di andare in tv a Capodanno – ha detto la star più amata, Didem Kinali– mi esibirei gratuitamente e sarei disposta a farlo anche coprendo ogni parte finora esposta del mio corpo. Desidero continuare a esprimermi nella mia arte". Arte che ha portato in giro per il mondo collezionando fama e successo e ballando per il compleanno di Madonna a Ibiza. E così a godere dello spettacolo più amato potranno essere solo i facoltosi ammessi alle feste private, guarda caso la maggior parte delle volte finanziate da sodali e fedeli del ’Sultano’, che ha tagliato i fondi a giornali indipendenti e associazioni culturali che volevano seguire il solco della Turchia laica di Ataturk contro il Paese confessionale e religioso che Erdogan propone. La danza del ventre combatte da secoli contro chi la considera "peccaminosa": in Egitto, dove la pratica è più sviluppata e originale, venne probita per un periodo nella prima metà dell’Ottocento proprio per motivi religiosi. Erdogan vuole riportare la Turchia indietro di 200 anni.