Saman, le carte: "Danish? Violento e pronto a tutto Ma i genitori sono suoi complici"

Il giudice ricostruisce il ruolo chiave dello zio, del papà e della mamma di Saman grazie alle parole del fratello

Per quanto concerne il delitto di cui all’art. 605 c.p. la gravità indiziaria a carico dei genitori e dello zio, sia come istigatori, sia come autori di atti preparatori essenziali (i primi due) del rapimento, sia come (in parte) esecutori emergeva già dalla disamina degli elementi indiziari, del contenuto delle chat e dei messaggi vocali e scritti, acquisiti nonché del filmato. (...) (...)

"Non dire nulla"

Sul telefono del fratello, si rinveniva un messaggio audio ricevuto in data 01052021 alle ore 23.26 da una donna, allo stato sconosciuta, munita di utenza cellulare inglese nel quale la predetta esorta il minore a non dire nulla a nessuno ma di riferire semplicemente che la mamma stava male e che pertanto il padre l’avrebbe portata in Pakistan (...)

La lite in casa

La sera prima della scomparsa, Saman aveva tentato di fuggire, preparando i propri indumenti in uno zaino di colore chiaro (di tipo scolastico, effettivamente identico a quello visibile nel filmato di videosorveglianza) e indossando i propri indumenti, pronta per uscire di casa; vi era stata anche una violenta discussione coi genitori nel corso della quale la ragazza aveva preteso di ottenere i propri documenti per poter fuggire; così la descriva il giovane fratello: "Ho visto che tutti e 5 urlavano tra loro. Mia sorella diceva delle parolacce ai miei genitori, lei diceva a mio padre. “Dammi i miei documenti”. Mio padre diceva a lei di sedersi e parlare con calma. Chiedeva se voleva sposare qualcuno e lei rispondeva che voleva solo andare via e non sposarsi. Lei poi ha preso le sue cose ed è andata via".

"Danish, pensaci tu"

Al momento della fuga della ragazza i genitori chiamarono lo zio (l’indagato Danish) affinché riportasse a casa la giovane anche contro la sua volontà. Lo zio era poi tornato avendo dichiarato ai genitori che tutto era sistemato. (...)

La famiglia complice

I famigliari sono al corrente del "lavoro svolto per bene" da costui o da costoro; vi sono quindi fondati elementi per ritenere che Saman sia stata trattenuta in casa fino al 30 aprile e, successivamente, quella notte sia stata riacciuffata mentre tentava di fuggire e trattenuta dallo zio, oltre il tempo strettamente necessario, dunque, alla sua uccisione. Infatti le erano stati trattenuti i documenti dal padre, in modo da evitare che, contro la volontà famigliare potesse allontanarsi e fuggire di nuovo.

"Sistemo io le cose"

La madre la guardava a vista nelle poche uscite a breve distanza dalla abitazione; la sera del 30 aprile scorso, in cui la ragazza tenta di allontanarsi il padre chiama prontamente lo zio Danish, uomo violento e pronto a tutto, il quale si dichiara disponibile, come effettivamente farà a sistemare le cose una volta per tutte riconducendo la ragazza ribelle a casa anche con la violenza.

Il padre piange

Cosi ricorda la chiamata del padre allo zio il fratello di Saman. "Mio papà, piangendo, ha chiamato telefonicamente mio zio Danìsh e gli ha detto: “Saman è andata via di nuovo.” Mio zio ha risposto “Adesso arrivo”. Ciò è avvenuto. Quando mia sorella è uscita di casa, forse poco dopo la sua uscita di casa. Poi però lo zio Danish non è venuto a casa. Lo zio era in possesso a questo punto dello zaino che Saman aveva con sé e, quindi, sicuramente aveva potuto sottrarlo alla ragazza, avendola trattenuta in qualche modo. (...)

Il ruolo dei genitori

È quindi evidente – scrive il gip – che tutti e tre gli indagati, abbiano contribuito alla limitazione della sua libertà personale e dunque sia stato consumato il delitto di cui all’art 605 c.p. e a tale reato abbiano concorso sia il padre, sia la madre della ragazza sia, infine, lo zio il quale ha agevolato con la propria disponibilità ad agire per riportarla e poi trattenendo la ragazza anche con la violenza.

La fossa scavata prima

In un altro punto dell’ordinanza, il giudice precisa l’attivismo dello zio Danish e degli altri parenti, che avrebbero preparato il luogo dove seppellire la ragazza la sera prima. (...)

Le immagini evidenziano la fattiva collaborazione degli altri due parenti indagati, unitamente ad Hasnain Danish, nella realizzazione degli atti preparatori per il successivo occultamento del corpo di Abbas Saman. I tre uomini muniti di attrezzi agricoli, alle 19.19 si recano nella parte posteriore dell’azienda agricola facendovi ritorno dopo 5 minuti. Successivamente si recano nella carraia ove si incammina per l’ultima volta Saman Abbas la notte tra il 30 e l’1 maggio 2021, precisamente alle ore 00.11 del 01.05.2021, di cui si è detto, per una verosimile ispezione dell’ambiente dove commettere il crimine. Alle ore 19.33 dello stesso 29.04.2021, e comunque in orario non lavorativo terminato alle 15.30 di quel giorno, ritornano a prelevare gli attrezzi già individuati poco prima, e tornano nell’area che ai estende posteriormente al capannone dell’azienda agricola.

I 3 uomini (Danish, Ikram e Nomanulhaq), muniti degli attrezzi in argomento, fanno ritorno nell’area dell’abitazione alle successive 21.50, quindi 2,17 ore dopo la partenza delle 19.33. (...)

"Tornatene a casa"

Un video, nella sua prima parte, offre una conferma alle dichiarazioni del fratello di Saman relative allo strano comportamento dello zio. Il fratello ricorda di aver seguito l’uomo che si recava a effettuare dei lavori di scavo nei campi, ma di essere stato respinto e rimandato a casa (...) È quindi altamente probabile, dal punto di vista logico, che i tre abbiano collaborato nella preparazione dell’omicidio, predisponendo gli strumenti o anche proprio la fossa dove nascondere il cadavere.