Sabato 20 Aprile 2024

Dalla Russia non arriva più gas L’idea di un Figliuolo dell’energia

Ipotesi super-commissario. Bollette folli, falò di protesta nelle piazze. Allo studio un decreto da 20-25 miliardi

Migration

di Antonio Troise

Per Gazprom, il colosso russo del gas, è colpa dell’Austria, che impedisce al combustibile di arrivare in Italia. Per l’Eni, invece, è l’ennesima "ritorsione" di Putin contro le sanzioni, anche perché a quanto risulta non ci sarebbe nessun blocco da parte di Vienna. Fatto sta che da ieri non è arrivato neanche un megawattora di gas targato Mosca. L’emergenza ha fatto salire il livello di allarme anche a Palazzo Chigi, dove nelle ultime ore si sono intensificati i contatti fra il presidente del Consiglio in carica, Mario Draghi e quello in pectore, Giorgia Meloni. Tanto che è spuntata anche l’ipotesi di un "super-commissario" all’emergenza energia sul modello di quello che è stato fatto durante il Covid, con il generale Figliuolo. Incarico che potrebbe anche essere affidato all’attuale ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. In alternativa si starebbe studiando l’ipotesi di creare una struttura "centralizzata" a Palazzo Chigi per gestire tutti i progetti, soprattutto quelli targati Pnrr, che dovrebbero accelerare l’indipendenza dal gas russo. Nel frattempo i rubinetti di Mosca verso l’Italia restano chiusi. I tecnici, fanno sapere da Gazprom, sono "al lavoro per risolvere un problema nato da un cambio della normativa austriaca sul trasporto".

Il problema potrebbe diventare serio nel caso in cui la Russia decidesse di chiudere i rubinetti che portano il gas all’Italia per tutto l’inverno. È vero, infatti, che Mosca fornisce solo il 10% del nostro fabbisogno, rispetto al 40% ante guerra in Ucraina. Ma il rischio, però, è un altro. Per sostituire entro la prossima primavera il gas russo dovremo fare affidamento sul gas naturale liquefatto. E se non ci saranno gli impianti di rigassificazione, a cominciare da quello di Piombino, potremmo trovarci in difficoltà.

Alta tensione anche sui prezzi. Riparte da Bologna la "guerra al carovita" con iniziative simboliche che da domani si estenderanno in molte piazze italiane. Decine di persone hanno bruciato le bollette davanti all’Eni Store. Martedì l’Arera, l’Authority dell’energia, comunicherà le nuove quotazioni per le bollette del gas, e c’è chi parla di un rialzo monstre del 70-80%. Proprio per questo il tandem Draghi-Meloni potrebbe approvare un decreto d’urgenza a quattro mani bruciando i tempi tecnici necessari per l’insediamento del Parlamento. Il pacchetto di misure, che dovrà essere concordato con tutti i leader politici, si attesterà fra i 20 e i 25 miliardi. In agenda il rinnovo del taglio delle accise sui carburanti e del credito di imposta per le imprese energivore oltre a un nuovo bonus per i lavoratori autonomi e i dipendenti. Si studia, infine, una moratoria dei prestiti e dei mutui per imprese e famiglie sul modello di quelle varate durante la pandemia.