Dalla Romagna alla Campania: il rosso avanza Lunedì la stretta, ma è anarchia sulle regole

Restano arancioni Lombardia e Toscana. Su divieti e norme le Regioni vanno in ordine sparso. Preoccupa la velocità dei contagi

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di Alessandro Farruggia

E tre. Dopo Basilicata e Molise anche la Campania, da lunedì, diventa zona rossa. La Lombardia, grazie all’ordinanza dell’altroieri che l’ha elevata a zona arancione scuro, lo evita di poco e così l’Emilia-Romagna, le Marche e l’Abruzzo. Il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia diventano invece zona arancione. Come già Bologna e Modena, da lunedì l’intera Romagna, sulla base di una ordinanza regionale, diventa zona rossa. Nelle Marche, Ancona e Macerata sono in zona rossa, come Chieti e Pescara in Abruzzo. In Piemonte i piccoli comuni in zona rossa salgono invece a 23.

Il monitoraggio settimanale mostra una situazione critica, certificata anche dai 24.036 casi registrati ieri (il giorno prima 22.865) e i 297 decessi (giovedì 339), le terapie intensive che aumentano di 50 unità, i ricoveri in area non critica di 217, mentre il tasso di positività, si attesta al 6,3%, in calo dello 0.4%. L’Rt torna sopra l’1 – esattamente a 1.06 – dopo sette settimane ed è in peggioramento per la quinta settimana consecutiva, le terapie intensive sono sotto stress e aumentano i ricoveri in 9 regioni, l’incidenza "si sta rapidamente avvicinando" alla soglia di 250 casi a settimana per 100mila abitanti e in cinque regioni e province autonome è già stata superata: Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Bolzano e Trento. Dieci Regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1. Dunque, è la conclusione degli esperti, va mantenuta una "drastica riduzione dei contatti tra le persone e della mobilità"; "vanno rafforzate e innalzate le misure su tutto il territorio nazionale", serve un intervento a livello locale "per adottare, indipendentemente dai valori di incidenza, il livello di mitigazione massimo a scopo di contenimento". "Bisogna intervenire in maniera tempestiva e radicale – avverte il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro – per contenere le varianti del virus". Inquietante anche il rapporto Iss-Istat che mostra come nel periodo ottobre-dicembre 2020 (durante la seconda ondata) si sono contati 213 mila morti, 52 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo di ciascuno degli anni a partire dal 2015 al 2019 e tra marzo e dicembre 2020 si sono osservati 108.178 decessi in più rispetto alla media.

In Emilia-Romagna da lunedì 8 marzo e fino a domenica 21 marzo la Regione ha deciso di estendere la zona rossa già in vigore nell’area metropolitana di Bologna e nella provincia di Modena a tutti i comuni della Ausl Romagna, con un’ordinanza che verrà firmata oggi. Si tratta di quelli delle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna, territori già ora in arancione scuro, fatta eccezione per il Forlivese, anch’esso in rosso da lunedì. Le principali restrizioni che verranno introdotte riguardano la chiusura di nidi e materne, Dad al 100% per tutte le scuole dalle elementari e l’Università, stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali.

Anche la Toscana la prossima settimana resterà in zona arancione, ma con alcune aree in rosso. "In alcuni territori – spiega il governatore Giani – si è resa necessaria la zona rossa. Per l’intera provincia di Pistoia è stato deciso di restare per un’altra settimana in zona rossa. Invece si lavorerà fino a stasera (ieri per chi legge, ndr) per poter definire le misure attraverso tre riunioni specifiche per alcune aree: l’Empolese, la provincia di Siena e la provincia di Prato. Per queste tre realtà serve un supplemento di analisi". Zone rosse resteranno i comuni di Cecina (Livorno) e Castellina Marittima (Pisa) mentre in 76 comuni toscani su 273 l’indice supera i 250 contagi ogni 100 mila abitanti: sono sotto osservazione e in 28 potrebbero scattare restrizioni come la chiusura delle scuole.

Le Regioni procedono in ordine sparso. Il presidente della Calabria Nino Spirlì chiude le scuole da lunedì per due settimane con l’incidenza a 62.56, ben lontana da 250 casi ogni 100mila abitanti, e quello del Trentino Maurizio Fugatti le lascia aperte con l’incidenza a 385. Chiude le scuole in 20 dei 38 distretti anche il governatore del Piemonte Alberto Cirio, che vieta pure l’utilizzo di aree attrezzate per gioco e sport e segue la Lombardia sul divieto di entrare in più di uno negli esercizi commerciali. Né lui né gli altri presidenti, però, chiudono negozi e centri commerciali. Nelle zone rosse dell’Abruzzo (la provincia di Pescara e quella di Chieti), invece, il governatore Marco Marsilio ha disposto l’apertura di barbieri e parrucchieri, delle scuole materne e dell’infanzia, nonostante il dpcm in vigore da oggi ne imponga la chiusura.