Martedì 23 Aprile 2024

Dalla Lega un ramoscello d’ulivo a Berlusconi

Tolta la pregiudiziale di costituzionalità sull’emendamento Mediaset. Pontieri al lavoro, la settimana prossima ci sarà un vertice

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di Ettore Maria Colombo

Arriva la quiete dopo la tempesta, nel centrodestra, ma è una pace fredda. La versione ufficiale che circola è che, con le rispettive dichiarazioni dell’altra sera, quella in cui Berlusconi negava di ‘inciuciare’ con la maggioranza e quella in cui Salvini sosteneva di lavorare per una coalizione unita, lo scontro al fulmicotone tra Lega e azzurri si era già chiuso. Ma ieri ci è voluta un’intera giornata di diplomazie al lavoro e di ‘pontieri’ di entrambi i partiti per riportare in casa del centrodestra se non una chimerica pace, almeno una tregua.

A suggellare la volontà di distendere il clima è arrivata la vera mossa che più di tutte Berlusconi attendeva. In serata si è diffusa la notizia una nuova versione della pregiudiziale di costituzionalità presentata dalla Lega al dl Covid: dal testo, per magia, è ora scomparso ogni riferimento alla norma anti-scalata di Vivendì su Mediaset. Di fatto, un tentativo - propiziato soprattutto dall’intervento conciliativo di Giorgia Meloni - di chiudere uno dei due casus belli, quello che più aveva irritato Berlusconi.

Il quale, piccato, ha poi rinfrescato la memoria agli alleati ("Il centrodestra esiste solo perché l’ho creato io" e "senza FI non si vincono le comunali della primavera 2021"), per poi ribadire che "con FI, che tornerà in due anni primo partito, anche la coalizione tornerà vincente", sottolineando, in modo sottile, la collocazione storica di FI.

Il lavoro dei pontieri è riuscito, dunque, ad abbassare il livello della tensione che nei giorni scorsi era giunto al diapason con l’annuncio del passaggio di ben tre deputati da Forza Italia alla Lega. Un ‘tempismo’ che dal Cavaliere era stato letto come un vero e proprio sgarbo da parte di Salvini.

Ma non è stato, il ritiro della pregiudiziale leghista anti-Mediaset, l’unico atto distensivo messo in campo dalla Lega: infatti, il Carroccio non voterà la mozione di sfiducia all’assessore forzista alla Sanità della Lombardia, Giulio Gallera. Allo stesso tempo, da Forza Italia hanno subito fatto sapere che considerano "tramontata" l’ipotesi del doppio relatore alla manovra, idea che non era per niente piaciuta ai leghisti (si era parlato di Brunetta, o Occhiuto).

A pesare, in questo caso, è stato però un insieme di fattori, tra cui l’aperta ostilità dei 5 Stelle ad aprire il dialogo ai forzisti, che Di Battista ha bollato con un affettuoso "stiamo lontani dal letame". A questo punto, è l’intero centrodestra che chiederà alla maggioranza di condividere e recepire le sue proposte nella manovra economica su fisco e imprese.

Ma se gli azzurri vicini a Salvini spargono ottimismo, in realtà la ferita è tutt’altro che chiusa. La prova sta anche nel fatto che - nonostante l’impegno dei pontieri – né Salvini né Berlusconi vogliano parlarsi direttamente. Forse, però, lo faranno la prossima settimana quando dovrebbe tenersi un vertice decisivo sui candidati alle amministrative.