Giovedì 25 Aprile 2024

Dalla Cecenia a Vienna, la guerra delle spie

Dissidente giustiziato per strada: aveva un blog contro il dittatore Kadyrov. Indaga l’antiterrorismo. È il terzo caso in un anno in Europa.

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di Roberto Giardina

Ancora un dissidente ceceno in esilio ucciso. A Gerarsdorf, un sobborgo di Vienna, è stato assassinato per strada, a rivoltellate, un esule di 43 anni, uno degli oppositori del presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov. La vittima, un blogger identificato dai media russi come Mamichan Umarov (l’uomo usava il nome di Martin Beck), aveva chiesto asilo in Austria 13 anni fa. Il killer, 47 anni, anche lui proveniente dalla Cecenia, è stato catturato a Linz dopo un lungo inseguimento in auto. È stato anche fermato un terzo ceceno, che dapprima era stato interrogato come testimone. Sembra che la vittima e i due fermati si conoscessero. A indagare è l’antiterrorismo. Nell’ultimo anno, esuli ceceni sono stati uccisi a Berlino e a Lille, in Francia.

A oltre 30 anni dalla caduta del Muro, ritorna la guerra di spie, più complicata, dai fronti confusi, che vede coinvolti agenti segreti e clan criminali. Ma nell’ombra è sempre il Cremlino il maestro del gioco.

Umarov gestiva un canale di video blog, Anzor Tscharto Beck Martin, critico nei confronti del leader ceceno Ramzan Kadyrov, 43 anni, considerato una marionetta di Putin. Secondo quanto dichiara la polizia, nel 2017, sarebbe stato coinvolto in un tentativo di attentato contro lo stesso Putin. Ma è difficile distinguere tra fatti con un minimo di credibilità, e voci contraddittorie che circolano negli ambienti degli esuli. A Umarov era stata offerta protezione da parte delle autorità austriache, ma l’avrebbe rifiutata.

Nel 2009, un ceceno era stato assassinato a Vienna, ma Kadyrov avrebbe ordinato solo di rapirlo per riportarlo in Cecenia: l’uomo si era difeso, e i rapitori lo avevano eliminato. Il 30 gennaio, il dissidente Imran Alijev, 44 anni, è stato trovato assassinato con 135 colpi di pugnale nella sua camera all’Hotel ‘Coq Hardi’ di Lille. Alijev, con filmati su YouTube, aveva smascherato le attività criminali di Kadyrov. In febbraio, Tumso Abdurachmanow, molto attivo in rete contro Kadyrov, è stato aggredito nella sua abitazione in Svezia da uno sconosciuto a colpi di martello. Ma è riuscito a immobilizzare l’aggressore.

Kadyrov governa la Cecenia da una decina d’anni da dittatore assoluto, schiacciando ogni tentativo di contestazione, non rispettando i diritti umani.

Negli ultimi anni ha fatto impiccare 27 omosessuali. Il controllo è affidato solo pro forma alle forze di polizia, Kadyrov ha creato un’organizzazione mafiosa che opprime il paese con metodi mafiosi. Da quando è al potere migliaia di ceceni sono fuggiti all’estero, in Germania e in Francia. I più pericolosi vengono eliminati, con l’aiuto degli agenti russi, denunciano gli oppositori.

Il caso più eclatante è avvenuto a Berlino, il 23 agosto dell’anno scorso. L’esule ceceno Selimchan Changoschwill, 40 anni, è stato assassinato a mezzogiorno in un parco nel centro della metropoli, con due colpi alla nuca. Un’esecuzione da professionisti. Nella seconda guerra cecena, aveva combattuto come comandante di un gruppo di resistenti contro i russi. Il controspionaggio tedesco ha identificato i killer in due agenti russi giunti a Berlino passando da Parigi, con visti che li accreditavano come uomini d’affari. Per il Cremlino, tutte calunnie.