
Tenzin Gyatso, è la reincarnazione numero 14 del Dalai Lama
Nel pre-testamento spirituale scritto all’età di 76 anni, Tenzin Gyatso scrisse che solo al compimento dei novanta avrebbe deciso con i vertici della tradizione buddista se l’istituzione del Dalai Lama dovesse continuare o morire con lui. È nato il 6 luglio, i festeggiamenti sono già iniziati davanti a una torta di burro e orzo tostato e l’incertezza sarà sciolta domani: dopo 600 anni, l’istituzione andrà avanti solo se ci sarà una forte richiesta popolare e senza l’ingerenza del governo cinese, che considera il premio Nobel per la Pace un separatista e rivendica il diritto di designare il suo successore. Il mondo, non solo i tibetani, aspetta con il fiato sospeso di sapere se non violenza e compassione meritino un’altra chance. Lui che è la reincarnazione numero 14 e vive in esilio in India dal 1959 dice di essere in ottima salute e promette: "Nel tempo che mi rimane continuerò a dedicarmi il più possibile al benessere degli altri".
Sarebbe un peccato fare a meno dell’unico leader che anziché minacciare l’apocalisse trova l’unico senso della vita nella felicità degli altri. Il transfer dei suoi poteri psichici – parole sue – non esclude le donne, "preferibilmente con un corpo attraente". A Pechino nessuno ha mai riso per la battuta.