Dal web all’inferno: stuprata al primo incontro

La 17enne non conosceva il nome dell’aggressore: "Vieni a casa da me, i miei non ci sono". Rintracciato grazie al nickname e arrestato

di Francesco Donadoni

La loro amicizia era nata grazie ai social network. Così come succede fra molti ragazzi e non solo. In questo caso i due giovani in questione si erano ’incrociati’ chattando su Instagram. Lui, un 21enne residente nella provincia di Lecco, a Cernusco Lombardone, ora agli arresti domiciliari per violenza sessuale e lesioni aggravate, si era fatto passare per un coetaneo della ragazza, una 17enne. Le aveva scritto che voleva conoscerla e lei aveva accettato. Dopo lo scambio di messaggi virtuali, si è dunque arrivati all’incontro vero e proprio. È successo ai primi di settembre, in un Comune della provincia di Bergamo.

L’occasione giusta si è presentata quando i genitori della ragazza erano via. Approfittando dell’assenza dei familiari, i due si vedono a casa di lei. Ma quello che poteva essere un incontro piacevole e divertente, e magari anche l’avvio di una storia d’amore, si tramuta in altro. Ci sono i primi approcci, prodromi di un rapporto sessuale consenziente. Ma a un certo punto il ragazzo ha esagerato, tante’è che la ragazza gli ha chiesto di fermarsi, perché non stava bene, provava dolore, e perdeva sangue. Ma nemmeno le suppliche di fermarsi da parte di lei, che stava soffrendo, hanno fatto cambiare idea all’amico. Nonostante il netto "no" ricevuto, lui ha preteso il rapporto e ha abusato dei lei. La vittima dell’aggressione sessuale ha riportato lesioni che ne hanno reso necessario il ricovero in ospedale.

A questo punto sono scattate le indagini da parte della sezione ’Reati contro la persona in danno dei minori’ della squadra mobile della questura di Bergamo, coordinate dal sostituto procuratore Franco Bettini. L’attività investigativa prende il via a partire dalla denuncia della ragazza. La 17enne quel giorno, quando rimane da sola a casa ed è ancora dolorante, impaurita e sotto choc, chiama la zia per dirle che stava male e che aveva bisogno di essere portata in ospedale. Una volta ricoverata è stata sottoposta a un’operazione chirurgica. Nel frattempo le indagini vanno avanti, anche perché la vittima conosceva solo il nome di battesimo del giovane e il nickname utilizzato sui social. Il cerchio si restringe e il sospettato viene rintracciato attraverso le informazioni del profilo Instagram, lo stesso con cui aveva agganciato la ragazza, che lo ha poi riconosciuto. Una prova schiacciante.

Per il pm, nel racconto della minorenne sono chiare le due fasi distinte dell’approccio: la prima consenziente, quindi l’invito a casa, approfittando dell’assenza di mamma e papà e la seconda fase, in cui la ragazza ha chiesto espressamente al 21enne di fermarsi per via del dolore. Dolore provocato da lesioni che in seguito sono state certificate dai medici in ospedale. Il giudice delle indagini preliminari, Massimiliano Magliacani, ha così disposto gli arresti domiciliari che sono stati eseguito dalla polizia.

.