Dal ranch al Senato Il cherokee che fa la storia

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di Giampaolo Pioli

Nessuno scherzi con Mark Wayne Mullin. Non solo è uno dei pochi nativi americani, di discendenza cherokee, molto combattivi alla Camera dal 2013 ma adesso è riuscito a conquistare un seggio in senato per l’Oklahoma (l’ultima volta che un nativo americano andò in Senato dall’Oklahoma era il 1925 e lui è il primo cherokee) e continua ad essere un campione di arti marziali. Ha staccato la sua sfidante democratica Kedra Horn di ben 26 punti. Continua a vivere con la moglie e 6 figli alle porte di Tulsa nello sterminato ranch di famiglia ricevuto dal padre che include anche il primo pezzetto di terrà che il governo federale aveva destinato alla sua tribu di indiani cherokee. Imprenditore brillante insieme alla moglie Christie, ‘Makrwayne’ ha fondato diverse aziende cresciute negli anni’ 90 che oggi sono diventate uno dei gruppi più significativi dello stato con centinaia di dipendenti. "Voglio portare al Senato proprio il mio spirito imprenditoriale – dice – che non è capito dai professionisti della politica che vivono a Washinghton". A 45anni Mullin ha ricevuto un endorsment pieno da Trump sia nel 2020 quando correva alla Camera che nel luglio del 2022 ed è proprio a personaggi come lui che l’ex presidente faceva riferimento ieri per dimostrare che le sue scelte erano solidissime e non fatte da personaggi troppo estremi che hanno fallito la prova del voto. L’imprenditore indiano è riuscito a sfumare in parte i toni duri di ‘Maga’ e a conquistare un elettorato di tradizione conservatore ma refrattario agli estremismi e la sua campagna e elettorale sembra aver funzionato molto bene. Bene per lui ma guai in vista per Trump che sta già tornando a fare qualche velata minaccia a chiunque si permetta di ostacolare la sua corsa verso una prossima nomination dove potrebbe ritrovato Biden sul fronte opposto galvanizzato dalla non sconfitta di Midterm.