Giovedì 25 Aprile 2024

Dal lockdown ai salari Riesplode la rivolta nella fabbrica di iPhone

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Proteste, sit-in e scontri con la polizia in tenuta antisommossa: lo stabilimento Foxconn di Zhengzhou, il cuore della ‘iPhone City’ cinese, è tornato a ribollire. I video e le immagini sui social media in mandarino (Weibo) e internazionali (Twitter) hanno fornito un quadro inequivocabile, rimandando alle fughe di massa dei lavoratori di alcune settimane fa per sfuggire ai lockdown draconiani. Foxconn ha confermato le "violenze" nella più grande fabbrica al mondo di iPhone della Apple, nel capoluogo dell’Henan. Il colosso hi-tech di Taiwan ha chiarito che i lavoratori si sono lamentati per la retribuzione e le condizioni dell’impianto, ma ha negato di aver ospitato i nuovi assunti con personale positivo al Covid. La causa della rivolta si lega al bando sulla maxi assunzione di 100mila persone con cui Foxconn puntava ad aumentare la produzione e le spedizioni di iPhone 14 in vista dello shopping di fine anno. Ai neo assunti sarebbero stati assicurati alloggio e lavoro separati dai dipendenti attivi nell’impianto per scongiurare i contagi.