Dal Brasile al mondo L’ultima foto con i figli a Natale "L’eredità? Amore, amore, amore"

L’ex calciatore è morto all’ospedale Albert Einstein di San Paolo dove era ricoverato dal 29 novembre. Le tre donne e la figlia mai riconosciuta. Non ha esitato a farsi vedere indebolito dalla malattia

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di Riccardo Jannello

Le sue prime partite col Bauru Atletico Clube rimangono impresse perché nel campetto pieno di polvere della cittadina di Tres Coraçoes nello stato di Minas Gerais – trecento chilometri a sud di Belo Horizonte – lui a piedi scalzi dava già lezione di tecnica, tenacia, agonismo. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia, cantava De Gregori, Pelé lo si vedeva da tutto. Il Brasile è in lacrime, le foto dei familiari che lo hanno tenuto stretto fino all’ultimo minuto della sua vita nel suo letto all’ospedale Albert Einstein di San Paolo, dove era ricoverato dal 29 novembre per le conseguenze del tumore al colon a cui era seguito un problema respiratorio. Con lui al momento del decesso l’ultima moglie, Márcia Aoki, e i sei figli avuti da tre donne diverse: Kely 54 anni, Edinho 52 e Jennifer 43, frutti del primo matrimonio di O Rei con Rosemeri dos Reis Cholbi; Flávia, 53, nata da un rapporto extraconiugale con Lenita Kurtz; e i gemelli Joshua e Celeste, 25 anni, avuti dal matrimonio con la cantante Assíria Nascimento.

Pelé aveva un debole per le donne che era pari alla perizia sul campo da calcio, ma è sempre stato perdonato dall’opinione pubblica brasiliana per quel suo record di tre mondiali vinti che lo rende ancora il leader assoluto. E fu perdonato anche per la sua settima figlia, Sandra Regina, nata dalla relazione con la donna di servizio, Anisia Machado. Ambienti ecclesiastici lo accusarono di non averla riconosciuta, lei dovette rivolgersi al giudice e ottenne ciò che le spettava solo grazie alla prova del Dna. Sandra è morta nel 2006 di cancro, a 42 anni, senza avere mai potuto incontrare il suo padre biologico, che continuava a negare l’evidenza. "Non è mia figlia". Nonostante tutto il "craque" soffrì molto della situazione, e negli ultimi anni i rapporti con i figli sono migliorati: "Tutto ciò che siamo è grazie a te" ha twittato Kely.

"L’ispirazione e l’amore hanno segnato il viaggio del re Pel, serenamente scomparso oggi" è stato il saluto della famiglia, con un post sul suo profilo Instagram accanto alla foto che lo ritrae sorridente: "Nel suo viaggio – è scritto –, Edson ha incantato il mondo con il suo genio nello sport, fermato una guerra, realizzato opere sociali in tutto il mondo e diffuso quella che più credeva essere la cura per tutti i nostri problemi: l’amore. Il suo messaggio oggi diventa un’eredità per le generazioni future. Amore, amore e amore, per sempre", conclude. Le ultime immagini dall’ospedale, con l’abbraccio di tutta la famiglia, hanno fatto riempire di lacrime gli occhi dei brasiliani.

E lui amava il Brasile più di ogni altra cosa, tanto da rifiutare trasferimenti all’estero nei momenti magici della carriera, accettando solo, ben remunerato, l’invito dei Cosmos di New York quando si cercava di portare il soccer ad alto livello chiamando i più grandi giocatori a fine carriera nel campionato Usa. E d’altronde Pelé ha rappresentato per il Brasile ben più del campione: patrimonio storici e sportivo dell’umanità per l’Unesco, Ambasciatore di buona volontà sempre per le Nazioni Unite, un impegno come ministro dello Sport nel primo governo di Fernando Henrique Cardoso, l’economista liberale che guidò il Paese dal 1995 al 2003. Una carica che Edson Arantes do Nascimento ricoprì senza mai essere completamente convinto, ma spinto a servire il suo Paese come un figlio fedele e fortunato.

Le reazioni alla sua morte sono tantissime. E ognuno ha voluto sottolineare il proprio dolore citando lo scomparso come "Re Pelé". Lo hanno fatto Messi e Ronaldo, lo ha fatto con grande emozione Mbappé e lo ha fatto piangente Neymar che tutti vedevano come erede, anche perché indossa la maglia numero 10 della selezione verdeoro (il Santos ritirerà quella maglia su richiesta della famiglia). L’Ajax ha pubblicato una foto con Pelé e Crujiff, mentre la nostra presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha scritto che il giocatore ha insegnato a molte generazioni ed Emmanuel Macron, presidente francese, ha parlato di Pelé come "l’Eternità". Wembley, il tempio del calcio inglese, è stato illuminato con i colori del Brasile.