Daini nel mirino, alba in pineta: spari, tensione, fischietti e tre altane tirate giù

Una trentina gli animalisti. Un cacciatore fugge

Daini nel mirino (FotoCorelli)

Daini nel mirino (FotoCorelli)

Ravenna, 21 dicembre 2014 - «ANDASIV a ca’». L’unica ravennate del gruppo traduce a beneficio dei veneti e lombardi che sono con lei il grido uscito dall’auto di un cacciatore: «Ci ha detto di toglierci dal mezzo ragazzi, ma noi da qui non ci muoviamo di certo». Alle 6,30, quando ancora è buio, sono una quindicina gli animalisti e attivisti che «passeggiano rumorosamemte» nell’area boscata tra Lido di Dante e Lido di Classe.

Verso le 8 il gruppo diventerà più nutrito fino ad arrivare ad almeno 30 persone. L’obiettivo è quello noto: «Siamo qui per salvare i daini dai cacciatori. Passeggiate, trombette, fischietti – spiegano –. Quando era ancora buio ne abbiamo visti 4 di daini, hanno attraversato il sentiero davanti a noi, e sono scappati. Possiamo dire che quei 4 li abbiamo salvati dai cacciatori. Noi passeggiamo, non commettiamo nessun reato». Ma qualcuno tra la notte di venerdì e la prima mattina di sabato ha rovesciato tre delle dieci altane.

Si tratta delle strutture allestite per i selettori nell’area predisposta per gli abbattimenti degli ungulati. L’altana numero 1, la 6 e la 8. Alla numero 6 erano stati allentati i tiranti di metallo che tengono la struttura ancorata a terra, poi con una spinta è stata abbattuta da un lato. Ieri mattina nel gruppo erano pochi i ravennati, anzi la maggior parte di coloro che ‘armati’ di trombette e gadget sonori hanno attraversato la pineta proviene da Veneto, Liguria e Lombardia. Ci sono insegnanti, consulenti, maestre d’asilo, operatori di soccorso: sono partiti - chi all’una, chi alle due di notte - per essere a Ravenna all’alba. «Siamo venuti anche la settimana scorsa e due settimane fa – spiega una ragazza che indossa la maglia di ‘Fronte animalista’ –. Gli animali non vengono difesi e noi siamo qui per loro. Siamo attivisti e non è che difendiamo solo i daini ma ogni creatura. Basti dire che siamo tutti vegani».

Appena si ode uno sparo in lontanaza gli attivisti si scatenano con fischietti e trombe, si muovono cercando di capire la provenienza. «Anche salvare solo un daino per noi è fondamentale – dice una giovane partita da Genova –. Non ho dormito per niente stanotte ma ne vale sempre la pena per i daini». Felpe, giacche, stivali, all’alba gli attivisti si erano divisi in gruppetti tra la fittissima nebbia per cercare di raggiungere le diverse altane sparse per la pineta. Verso le 8 si sono radunati e all’arrivo dell’auto di quello che può sembrare un cacciatore il gruppo lo accerchia.

C’è qualche momento di tensione solo verbale, volano insulti. «Come puoi sparare? Con che coraggio?» gli urlano attorno alla vettura. L’uomo non replica, non apre la portiera. Nel bagagliaio ha un cane, continuano gli insulti. I toni si calmano quando arriva un’auto della Guardia forestale che chiede agli attivisti di spostarsi per lasciar transitare il cacciatore, che se ne va in tutta fretta. «Ora sono loro, i cacciatori, che scappano – dicono i giovani –. Oggi ne abbiamo visti pochi, è un buon segno, vuol dire che le nostre ‘passeggiate etiche’ servono».

Poco dopo passa anche una pattuglia dei carabinieri. Nel corso dell’ultima settimana i selecontrollori si sono recati nell’area predisposta per gli abbattimenti e sono saliti sulle altane ma di daini hanno detto di non averne visti, il bilancio degli abbattimenti si attesta sulla dozzina di capi. Anche due trattori passano per i terreni dove sono montate le altane: i rumori dei lavori agricoli nell’area sono un altro dei motivi dei mancati avvistamenti da parte dei cacciatori. Intanto i ‘nuovi arrivati’ tra gli attivisti che per la prima volta si sono trovati in pineta chiedono delucidazioni: «Quand’è che si può sparare? Di pomeriggio li troviamo ancora i cacciatori?». Salutandosi si danno appuntamento a questa mattina. prima in pineta, poi davanti alla Provincia per manifestare. «Ci sarà Eleonora Schonwald, l’amica dei daini che li vuole ospitare nel suo terreno e ci saremo noi attivisti. In tantissimi».