Venerdì 19 Aprile 2024

Dai banchi alle rosse della Ducati La scuola del futuro è già in pista

A Bologna i tecnici si formano nelle grandi fabbriche della meccanica: è uno degli obiettivi del governo Draghi

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di Federica Gieri Samoggia

La maglietta fiammante rosso Ducati con il logo rombante e un campeggiante ’Desi’ (acronimo di Dual education system Italy) sulle spalle. I pantaloni grigi d’ordinanza con i tasconi. Indossare questa divisa, per una cinquantina di studenti del quarto e quinto anno del professionale dell’IIS Belluzzi Fioravanti, significa sgobbare duro nei due Training center creati, al suo interno, dall’azienda di Borgo Panigale, alla periferia di Bologna. Con la possibilità di uscirne, due anni dopo, sia con un regolare diploma rilasciato dal Belluzzi-Fioravanti sia con un certificato delle competenze acquisite firmato Ducati. "Un doppio diploma", osserva il preside Edoardo Soverini. Insomma, scrivi Desi e leggi una formidabile opportunità formativa, che apre ai ragazzi le porte del mercato del lavoro.

Giunto alla quarta edizione, il Desi non ha mai subito battute d’arresto. Neppure in epoca Covid. Certo "ha complicato un poco le cose", rileva Soverini, ma i suoi studenti, "seppur in numero lievemente ridotto", hanno continuato a varcare il cancellone di via Cavalieri Ducati.

Rispettando, al pari dei lavoratori, tutte le regole sanitarie e quelle relative alla sicurezza, il Desi "guarda alla Germania", a quel sistema duale scuola-lavoro che all’estero va a gonfie vele ma qui da noi viene vissuto come di minor valore. "Ed è falso: sfatiamo i luoghi comuni. Non esiste una classifica con la cultura di serie A e B – sottolinea Soverini –: anche gli aspetti professionalizzanti sono altamente qualificati".

Il Desi lo dimostra: "I ragazzi che partecipano a questo progetto hanno davvero successo" che, tradotto, significa un contratto con la ’rossa’ oppure, ad esempio, con aziende del settore automotive o dell’automazione, del calibro del colosso Ima. Solo per citare un esempio. "Il Desi fa immergere in modo pieno i ragazzi nella vita dell’azienda: è un’esperienza molto motivante che li fa crescere".

A ’importare’ il Desi è stato un trio: l’allora assessore regionale alla Scuola e ora ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari, e il preside dell’IIS Aldini Valeriani, Salvatore Grillo.

Quest’ultimo, dopo aver rodato il ‘suo’ Desi alla Lamborghini, altra eccellenza del territorio felsineo, ha coinvolto anche il Belluzzi-Fioravanti che, invece, si è rivolto alla Ducati, da sempre azienda attenta alla formazione e ai giovani. Il Desi, quindi, si allarga e cambia anche pelle. Perché, all’inizio, veniva cucito su misura per i ragazzi del professionale in dispersione che, abbandonata la scuola, vanno recuperati. Ora il Desi è diventato curriculare. Conseguita la qualifica al terzo anno in discipline meccaniche, gli studenti possono agguantare questa opportunità.

Trascorrendo così ben più di mille ore dentro la Ducati: alternando la teoria, appunto nelle due ‘aule’ dentro l’azienda, alla pratica accanto ai tecnici in linea. Insomma, mettendo letteralmente le mani dentro al motore Ducati, nell’elettronica e sulle macchine a controllo numerico per le lavorazioni più avanzate.

Due i tutor della Ducati che seguono passo passo i ‘futuri’ colleghi. "Si tratta di un percorso complessivo di 1.400 ore, per la maggior parte di pratica", puntualizza il preside. Per Luca Baroni, Development & corporate responsibility Ducati, fondamentale è "la continuità del Desi. Abbiamo rinnovato quest’anno il quarto accordo triennale con Regione e Ufficio scolastico regionale (Usr) ed è la conferma dell’impegno della nostra azienda a investire sulla formazione e sul territorio, diffondendo il patrimonio di know how e competenze e arricchendo i percorsi formativi degli istituti tecnici e professionali. Anche nel difficile contesto attuale caratterizzato dalla pandemia, abbiamo voluto far rientrare in azienda i ragazzi già da ottobre scorso con un protocollo Covid specifico, a dimostrazione dell’importanza che Ducati riconosce al progetto".