Mercoledì 24 Aprile 2024

Dagli americani tank, droni e missili Si alza il livello dell’impegno militare

Salto di qualità dell’Occidente: una scelta da cui non si potrà tornare indietro. L’appoggio dell’intelligence Usa

di Beppe Boni

Nell’infernale scenario ucraino di convergenze parallele dove si intrecciano guerra e tavoli di trattativa, la tensione si alza ancora e sul terreno si spostano lentamente le pedine con combattimenti più orientati verso il Donbass e Odessa. Dall’Occidente a trazione americana arriveranno nuove armi, non gli aerei, ma comunque assetti bellici sofisticati e potenti destinati all’Ucraina. Questo passo in avanti suona come il varco del Rubicone di Cesare. Fino ad oggi Kiev ha ricevuto soprattutto armamenti leggeri, come missili anticarro e missili antiaerei Fim 92 Stinger, che si sono rivelati efficaci in molte aree di scontri. Ma non risolutivi. Ora però, diplomazia a parte, l’Ucraina chiede altro e Stati Uniti, Inghilterra e Australia rispondono annunciando massicci invii di sistemi d’armamento.

L’Italia approva, non tace, ma sussurra, non fa dichiarazioni roboanti ma sta nella partita. Il premier Mario Draghi ha già dettato la linea della fermezza. Dal Pentagono, direttamente o indirettamente, arriveranno in dono di Pasqua a Zelensky, soprattutto carrarmati necessari in questo remake della guerra di posizione. Sono probabilmente dei T72 di fabbricazione sovietica ripescati da qualche Paese dell’ ex Urss. Ma si parla anche di una cinquantina di blindati PVB501, parte dell’arsenale della Germania Est poi passati alla Germania Ovest e dopo un maquillage tecnico rivenduti alla Svezia e girati nuovamente alla Repubblica Ceca. Macchine da usato sicuro, ma ancora utili sul terreno ucraino. Insieme alla Gran Bretagna si è esposta a sorpresa anche l’Australia. Il primo ministro Scott Morrison ha confermato che saranno inviati alcuni Bushmaster (l’Australia ne ha mille), potenti veicoli corazzati gia usati con successo in Iraq e Afghanistan, dotati di cannoncino, abili al trasporto di mortai e fino a 10 soldati da impiegare sul terreno.

Sono colossi capaci di viaggiare a lungo anche con le ruote forate e con una dotazione di carburante e rifornimenti in autonomia per 3 giorni. Il kit occidentale prevede anche missili a guida laser, droni cosiddetti kamikaze Switchblade con testata esplosiva, droni leggeri Piuma, poi visori notturni, apparati radio, sistemi S300 mitragliatrici anti aerei, maschere antigas. "Questo passo potrebbe modificare a medio termine gli esiti del conflitto che si sta spostando verso la zona del Donbass e di Odessa – dice Gabriele Iacovino, analista e direttore del Centro studi internazionali – dove già gli ucraini dispongono degli assetti militari più pregiati. I russi ora si riposizionano spostando truppe e mezzi dall’area di Kiev nella parte sud orientale".

Ma non sono solo le bocche da fuoco che possono modificare il conflitto. "L’arma fondamentale di cui sempre di più e meglio dispongono gli ucraini – sottolinea Iacovino – sono le informazioni dell’intelligence Usa che con sofisticati mezzi tecnici passano le coordinate utili per colpire dove e come l’esercito russo. Segnalano movimenti, concentrazioni di truppe, ripiegamenti. La capacità di lettura del terreno è un’arma micidiale".

L’opinione pubblica italiana si chiede: il nostro Paese sta preparando i ‘pacchi regalo’ di armamenti per Kiev? Una vera lista della spesa ufficiale non c’è. Ma fonti accreditate spiegano che fino ad oggi dall’Italia sono stati inviati apparati radio, attrezzature mediche, poi fucili mitragliatori non più in dotazione prelevati dai depositi militari perché in buona in parte già sostituiti da armamenti più moderni, oltre ovviamente a consistenti quantitativi di munizioni. Tutto materiale facile da far arrivare oltre frontiera e difficile da individuare per i russi perché può viaggiare sotto copertura in furgoni civili.

Sulle armi i Cinquestelle tirano il freno a mano. Ma anche fra gli analisti c’è chi è scettico. "È una operazione che presenta forti rischi. L’invio di armi su pressione americana aumenta l’esposizione politica della Nato dell’Europa – spiega Gianandrea Gaiani, esperto e direttore del sito web Analisi Difesa – perché dovranno transitare da paesi europei come la Polonia. I tank non si nascondono in un furgone. La tensione rischia di salire parecchio". Più complicato invece far arrivare in Ucraina i carrarmati. Eppure sul piano strettamente militare a questo punto l’artiglieria pesante e i mezzi blindati sono fondamentali per la reazione ucraina che qualche successo ha già colto di recente soprattutto nella zona di Kiev e Chernihiv e a nel sud verso Kherson. Putin, il Grande Bugiardo, da giorni tace avvolto dal sospetto di essere ammalato di tumore. Intanto muoiono e soffrono i civili che non hanno alcuna strategia per salvare la pelle, se non quella di fuggire o restare rintanati nei bunker, senza nemmeno più lacrime per piangere.