Covid e classi in dad, l'ira dei presidi: "Le Asl non hanno garantito il tracciamento"

La giravolta del governo sulle regole per la quarantena in classe, il presidente dell'Anp Giannelli: "Alle 17 gli uffici delle Asl chiudono e nei week end non lavorano, mentre i tamponi agli studenti servono 7 giorni su 7. I presidi lasciati soli"

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp)

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp)

Roma, 1 dicembre 2021 - Preside Giannelli, perché il doppio cambio di strategia sulla dad da parte del governo vi ha – la cito – "sconcertati"?

"Lunedì sera il documento congiunto dei ministeri della Salute e dell’Istruzione – risponde Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) – dice che l’incremento dei contagi giustifica la sospensione del protocollo del 3 novembre che prevedeva la dad solo con tre positivi. Poi il giorno dopo, gli stessi due ministeri dicono di aver saputo che il commissario Figliuolo ha dato la disponibilità della sua struttura per fare i tracciamenti e si torna come prima..".

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Non è credibile?

"Siamo sconcertati dalla narrazione favolistica, surreale. Non è possibile che la giustificazione sia che ora abbiamo il commissario a disposizione".

Qual è la verità?

"Le Asl, salvo qualche eccezione, non ce l’hanno fatta fin dal primo momento a garantire i tracciamenti che servivano nelle scuole".

Sono state inefficienti?

"Non hanno tutte le risorse umane necessarie da dedicare alla scuola. E poi c’è un problema organizzativo: alle 17 gli uffici delle Asl chiudono e nei week end non lavorano".

Mentre invece i tamponi sugli studenti servono 7 giorni su 7.

"Le Asl non riescono a garantire i tamponi con la celerità necessaria. I test servono subito, appena accertato un sospetto e poi devono essere ripetuti dopo 5 giorni. Ma oggi di fatto il primo test viene fatto dopo 4 o 5 giorni. Le Asl non sono state capaci, si comportano con i loro tempi lunghi. Salvo eccezioni, ovviamente».

I presidi si sono sentiti soli in trincea?

"Sì. Mentre i dirigenti scolastici, le segreterie e i docenti lavorano anche alla sera e nei fine settimana, nelle Asl questo non avviene. E invece mi sarei aspettato che nella lotta contro la pandemia la prima linea fosse presidiata dai sanitari. Possiamo starci anche noi dirigenti, ma non da soli".

Con il commissario sarà diverso?

"Ben venga Figliuolo che commissaria le Asl. I dirigenti scolastici sono pronti a fare di tutto e di più, lo fanno da due anni, ma non ci sta bene che le Asl tirino i remi in barca. Il commissario può mobilitare il Corpo sanitario dell’Esercito e la Protezione civile, le risorse ci sono e immagino saranno utilizzate attraverso la Protezione civile. Il generale Figliolo ha dato prova di capacità organizzativa ed efficienza, non dubito che sarà così anche con la scuola".

Ma alla fine chi decide se mettere una classe in quarantena? I presidi o le Asl?

"I presidi possono sospendere la didattica in presenza, per fare in modo che l’Asl possa fare i controlli. Non è il preside che dispone le quarantene e neppure che decide quando finisce la dad. Tocca alla Asl fare i controlli e determinare le tempistiche. Ora vedremo con il commissario".

Oggi è in dad il 2,6% delle classi della scuola primaria, solo l’1,4% del secondo ciclo. Il nodo sono i tamponi ai bimbi. Ma qui ci si scontrerà con le resistenze dei genitori.

"Infatti non riesco a capire perché non si riescano a trovare fondi per fare una campagna informativa massiccia sull’utilità dei vaccini, come si faceva con la campagna contro l’Hiv".

Per distanziare gli alunni molte scuole si sono sdoppiate. Ora però non è previsto il rinnovo dei contratti legati al Covid del personale Ata, usato per tenere aperto le sedi in più...

"Non ho capito perché non siano stati rinnovati i contratti ai cosiddetti Ata Covid dopo il 31 dicembre, forse per un errore o una dimenticanza. Comunque un emendamento alla legge di bilancio in votazione al Senato ripristina i contratti agli Ata dall’1 gennaio. C’è la volontà politica di farlo".

Giannelli, i presidi sono veramente stanchi, i casi di burn out sono in aumento..

"Da due anni i dirigenti scolastici lavorano senza riposo settimanale, facendo un numero di ore al giorno spropositato. Non è possibile fare stare le persone in questa tensione. La scuola non si tira indietro, ma non vuole vedere che altri si tirino indietro. La gran parte dei dirigenti delle Asl pensano che alle 17 sia finito il lavoro. Un dirigente scolastico non lo pensa, ha una percezione delle proprie responsabilità enorme. Nei fine settimana invece gli uffici delle Asl sono chiusi (ripeto, salvo casi)".

C’è anche problema di stipendi per i presidi, come spesso sottolineate.

"Lo stipendio dei presidi è più basso di quello di altri dirigenti pubblici. Il dirigente di un piccolo comune con 5 o 6 dipendenti guadagna 1.000-1.500 euro netti in più di un preside, senza avere le responsabilità del preside. E’ scandaloso. Poi ci sono alcune regioni che non pagano tutto lo stipendio ai dirigenti scolastici neo assunti prima di un certo numero di anni, a causa di ritardi inaccettabili e delle inefficienze delle Ragionerie. Ed è ulteriore vergogna. Quindi che almeno si adegui lo stipendio di dirigenti".

E che altro serve?

"Servono uffici di segreteria che funzionino, con personale formato, che oggi spesso non c’è. I dirigenti hanno dato grande prova in questi anni, ma vogliono essere pagati come gli altri dirigenti pubblici e avere uffici efficienti".