Martedì 23 Aprile 2024

Da vittima dei bulli a killer I deliri di Salvador in Rete

L'ultimo messaggio: "Vado a sparare in una scuola"

Un ragazzo bianco, silenzioso, introverso, bullizzato a scuola per la sua balbuzie, residente da alcuni mesi dai nonni per le liti con la madre, che fa uso di droga. E appassionato di armi, tanto che nei giorni scorsi per il suo 18esimo compleanno si era regalato due fucili d’assalto del tipo AR, quelli più usati per le stragi in America, postandoli anche sui social. È il ritratto dipinto da investigatori e testimoni di Salvador Ramos, lo studente-killer che ha sparato alla nonna prima di assalire la sua ex scuola elementare di Uvalde. Gli investigatori non hanno ancora scoperto il possibile movente e stanno scavando nella sua vita e nella sua attività social per ricostruire una personalità ossessionata dalla violenza. Da capire se era rimasto plagiato dalle teorie cospirative che avvelenano la rete e se aveva anche problemi mentali.

Salvador Ramos
Salvador Ramos

Strage Texas, studente armato arrestato vicino scuola. In chat la follia omicida di Ramos

Prima di entrare in azione, Ramos aveva postato immagini inquietanti e aveva scambiato messaggi criptici con una ragazza. Su Instagram, dove era conosciuto come ‘Salv8dor’, aveva pubblicato un selfie (dove appare con capelli lunghi corvini e occhi puntati sul cellulare), e altre foto di armi, di cui una mostrava i due fucili semiautomatici, con il caricatore innestato, uno a fianco all’altro. Dallo stesso account, bloccato dopo la strage, aveva ventilato il suo piano chattando con una donna sconosciuta che non vive in Texas. Il primo messaggio, mandato il 12 maggio, recita: "Posterai le foto delle mie armi?". "Non ti conosco neppure e mi tagghi con questa foto di armi?", replica lei in uno scambio che poi ha definito "sinistro". Quindi Ramos avvisa la ragazza: "Rispondimi entro un’ora perché voglio rivelarti un segreto". Al messaggio "Sto per...", inviato alle 5.43 del mattino di martedì, la ragazza risponde: "Cosa?". E lui: "Te lo dirò prima delle 11". Un’ora dopo, alle 9.16, le aveva scritto ancora: "Ho un piccolo segreto che voglio dirti". Ma quel segreto non lo ha rivelato a nessuno e poche ore dopo ha attuato il suo terribile piano. Dopo il massacro, la ragazza ha espresso rimorso per non essere riuscita a fermarlo: "L’unico motivo per cui gli avevo risposto era perché mi faceva paura. Adesso mi resta il rammarico di non essere rimasta sveglia a parlare con lui per cercare di evitare questo crimine", ha postato. Ramos avrebbe dovuto diplomarsi quest’anno e lavorava da Wendy’s, catena di fast food: "Era silenzioso, non socializzava coi dipendenti", racconta il manager Adrian Mendes. Stephen Garcia, il migliore amico di Ramos alle medie, riferisce invece che "veniva bullizzato da tanti, sui social media, nei giochi: era un ragazzo simpatico, timidissimo, doveva uscire dal guscio". I vicini: polizia spesso a sedare le liti tra madre e figlio. Negli ultimi tempi il giovane aveva cominciato a saltare la scuola, a vestirsi sempre di nero, con gli anfibi, facendosi crescere i capelli.

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