Giovedì 18 Aprile 2024

Da Reggio Emilia a Teheran Quando i baci sono rivoluzionari

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di Viviana Ponchia

Un bacio impossibile. Come quello degli Amanti di Magritte, dove un uomo e una donna si cercano col capo avvolto da un lenzuolo e il tessuto è lì a impedire il contatto, la conoscenza. Un bacio proibito, come quello che a fine 2020 si scambiarono Saman e il suo fidanzato, finì sui social e fu, nella testa del padre di lei, la miccia prima dell’omicidio. Scandaloso come quello fra una star pachistana e il nemico, un divo indiano di Bollywood, in un film di qualche anno fa che fece venire la gastrite ai mullah. Solo un bacio. Apostrofo, virgola... In questo caso punto esclamativo sbattuto in faccia a chi lo vieta e lo punisce. Baciatevi ragazzi. Un bacio per cambiare la storia, per fermare la violenza. Fa il giro del mondo il bacio illecito nella notte di Shiraz che anestetizza per un attimo il dolore della repressione. Esterno urbano, due corpi incastrati fra le auto si cercano in punta di piedi e osano il gesto che in Iran può costare l’arresto, se non peggio. È la voglia di libertà dei giovani iraniani, principali protagonisti delle proteste contro il governo di Teheran per la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda deceduta due mesi fa dopo essere stata arrestata perché non portava il velo in modo corretto. L’anonimo fotografo scatta, posta, entra nella storia con un bacio, mentre nel Paese si eseguono pene di morte per chi si ribella. Quei due sono simboli di resistenza anche di spalle, senza nome e cognome. Scriveva Guy de Maupassant che il bacio è immortale. Viaggia da un labbro all’altro, da secolo a secolo, di età in età. Uomini e donne, lo raccolgono, lo offrono agli altri e poi a loro volta muoiono. Il senso della vita, alla fine, è tutto qui.