Giovedì 18 Aprile 2024

Da Parigi j’accuse al Papa "Su Putin resta ambiguo"

I quotidiani ’Le Monde’ e ’Figaro’ riportano il malcontento dei francesi "Vuole riavvicinarsi alla Russia: per farlo potrebbe anche sacrificare l’Ucraina"

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di Giovanni

Serafini

"Le ambiguità di papa Francesco sulla guerra in Ucraina": ecco un titolo che un quotidiano italiano avrebbe qualche difficoltà a pubblicare. Non ha esitato invece l’autorevole ’Le Monde’ che in una corrispondenza della sua vaticanista Cécile Chambaud ha attaccato la "particolare concezione del papa argentino sulla guerra". Francesco, osserva la giornalista, rifiuta la guerra e lancia appelli affinché cessino i combattimenti, ma al tempo stesso appare "determinato a non incriminare Vladimir Putin e a non attribuire la responsabilità del conflitto alla sola Russia". In sostanza, afferma Chambaud, il Papa dà l’impressione di porre i due belligeranti sullo stesso piano di responsabilità.

Questo giudizio che certo scandalizzerà molti cattolici in Italia, non sembra provocare scandalo in Francia, nazione in cui la fortissima tradizione laica ha sempre la meglio sull’archetipo che la descrive ’figlia prediletta della Chiesa’. Qui non c’è traccia dell’animato dibattito sul pacifismo che divide l’Italia: i francesi sono schierati contro Putin e favorevoli all’invio di armi. Condividono la strategia di Macron, che ha vinto le presidenziali anche indossando la divisa di ’chef de guerre’ in difesa dell’Ucraina.

A suscitare le perplessità di ’Le Monde’ e di altri quotidiani francesi tra cui il ’Figaro’, è stata l’intervista pubblicata il 3 maggio scorso dal ’Corriere della Sera’ in cui, alla domanda se sia giusto dare armi all’Ucraina, il Papa ha detto di "non sapere come rispondere". Una frase che rivela una sorta di "impasse morale", una "posizione non esente da esitazioni", commenta il quotidiano ricordando che Bergoglio ha criticato il ruolo della Nato che "abbaiando alle porte della Russia" avrebbe spinto Putin all’aggressione militare. In sintesi, conclude ’Le Monde’, l’intervista ha messo in luce "le ambiguità del Vaticano e le difficoltà contro cui va a sbattere la concezione della guerra sviluppata dal papa argentino durante il suo pontificato".

Tono critico, ancora più acceso, da parte del ’Figaro’. Il vaticanista Jean-Marc Guénois parla di "fine regno in solitudine per papa Francesco, che sta concentrando su di sé un’incomprensione mondiale. Nonostante il suo talento di fine politico e il suo forte carattere, paga un prezzo altissimo per la sua posizione insostenibile sul non invio di armi all’Ucraina". "Il Vaticano ha occhi solo per Mosca", aggiunge lo storico Antoine Arjakovsky, condirettore del polo politico e religioso del Collège des Bernardins: "Per quanto tempo il Papa potrà portare avanti questa scelta ideologica nel momento in cui Putin distrugge un paese intero?". A sua volta Yves Hamant, esperto di Russia e diplomazia vaticana, afferma che "Papa Francesco non è attrezzato per conoscere il putinismo. È convinto, riavvicinandosi alla Russia, di riuscire là dove sono falliti i suoi predecessori. Per ottenerlo, l’Ucraina appare quasi come un ostacolo. Potrebbe essere tentato di sacrificarla. È una posizione pericolosa per la Santa Sede".

La Francia, tempio del laicismo, non risparmia le critiche a Bergoglio. E pensare che nel 2016, intervistato dal settimanale ’La Vie’, disse a sorpresa: "La Francia deve diventare un paese più laico. Il vostro laicismo è troppo dipendente dalla filosofia dei Lumi, per i quali la religione era una sotto-cultura". I francesi lo hanno preso in parola.