Mercoledì 24 Aprile 2024

Da Pacelli a Wojtyla Discrezione e dialogo Quando il Santo Padre scende in campo

Nelle guerre mondiali gli sforzi e anche i fallimenti d’Oltretevere. Giovanni Paolo II in Polonia sosteneva Walesa ma parlava col regime. .

di Roberto

Giardina

Francesco media tra Putin, Zelensky e Biden. Ma si sa poco. Il ruolo di un Pontefice in un conflitto è più efficace quando l’azione rimane discreta, dietro le quinte. Infatti anche in questi giorni si sa poco. La Chiesa non ha forza ma ha un grande potere, non è un gioco di parole. Uscire alla ribalta per un Papa può essere controproducente. Il Vaticano cercò di giungere alla pace negli Anni ’70 nella guerra civile in Irlanda del Nord, tra cattolici e protestanti, ma si seppe sempre ben poco. L’intervento aperto della Chiesa di Roma sarebbe stato inevitabilmente strumentalizzato come appoggio a una parte. Wojtyla fu un papa guerriero, come un predecessore medioevale scese in campo per la sua Polonia. Non avrà fatto cadere il muro di Berlino, un evento storico non è mai opera di un uomo solo, ma ha affrettato il corso della storia.

Fu eletto per rafforzare la Chiesa nell’Europa orientale? Il giorno dopo la sua nomina, giunsi a Varsavia e trovai i polacchi ubriachi di felicità, tutti anche i comunisti, e le campane della città suonavano a distesa senza tregua. Un comunista polacco è innanzitutto un patriota polacco. Wojtyla appoggiava Walesa, il leader di Solidarnosc nei cantieri di Danzica, ma rimase sempre in stretto contatto con il generale Jaruzelsky, l’uomo di Mosca a Varsavia e anche un fedele del Papa a cui chiedeva consiglio. Ed evitò un intervento dei panzer dell’Armata rossa per stroncare la protesta, come a Budapest e a Praga. Giovanni Paolo II cercò di scongiurare poi la Seconda guerra in Iraq nel 2003, di cui aveva previsto le tragiche conseguenze. Mandò i suoi ambasciatori, il cardinale Roger Etchegaray da Saddam Hussein, che si dichiarò disponibile ma smentì di possedere armi di distruzione di massa (che infatti non aveva), e il cardinale Pio Laghi da George Bush. Il presidente Usa non volle neppure leggere la lettera di Wojtyla. Il Papa alla vigilia dell’intervento contro l’Iraq, promulgò una giornata di preghiera e di digiuno per il Medio Oriente, ma era già tutto deciso.

Paolo VI viaggiò meno del Papa polacco, ma nel ’68 a Bogotà in Colombia pronunciò uno storico discorso: un popolo, affermò, ha il diritto alla legittima difesa come ogni essere umano. Non poteva esprimere meglio la solidarietà per i sudamericani che lottavano contro la fame e per la democrazia. In molti paesi, nelle campagne, solo i preti potevano leggere le istruzioni per usare le armi. Erano i preti guerriglieri, anche se la fede vieta di impugnare un mitra o un revolver.

Nel XX secolo i Pontefici cercarono di scongiurare i due conflitti mondiali. Pio X all’ambasciatore di Vienna, che gli chiedeva di benedire gli eserciti dell’Impero austro ungarico, rispose: "Io benedico solo la pace". Morì nell’agosto del 1914 e gli fu risparmiato di vivere l’orrore che aveva previsto. Il successore, Benedetto XV, cercò di mantenere l’Italia neutrale, ma i francesi e i britannici lo accusarono di sostenere dietro le quinte i cattolici austriaci. Nel ’37. Pio XI con l’enciclica Mit brennender Sorge, scritta in tedesco e letta in tutte le chiese del III Reich, ammonì i cattolici a non seguire il mito del sangue e della razza. Le reazioni di Hitler furono furenti ma non osò intervenire. Sempre discusso il ruolo di Pio XII. Non era un vile, né un simpatizzante del nazismo, come lo accusa Rolf Hochhuth ne Il Vicario. Lo storico Mark Riebling, nel saggio Church of Spies, scrive che era in contatto con gli autori del complotto del 20 luglio 1944 contro il Führer. Tentò di salvare gli ebrei, ma senza uscire teatralmente allo scoperto.