Giovedì 18 Aprile 2024

Da lunedì dosi anche agli over 50 Mascherine, verso lo stop all’aperto

Crollano i contagi, nessuna regione in rosso. Da metà giugno potrebbe arrivare l’ok per le feste di nozze

di Antonella Coppari

È l’ora dei cinquantenni. Da lunedì potranno prenotarsi per il vaccino i nati tra il 1962 e il 1971. Un annuncio che attendevano milioni di persone: 9.400.000 – secondo l’Istat – sono gli over fifty nel Paese. A farlo, il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo: si tratterà di un’apertura "graduale", specifica, resa possibile "dal buon andamento delle somministrazioni delle categorie prioritarie". Alcune regioni, come il Lazio, hanno già iniziato le vaccinazioni per la fascia dai 56 anni in su: dal 10 maggio sarà possibile farlo ovunque – tramite il portale della propria regione – un modo pure per smaltire le fiale di AstraZeneca che giacciono nei frigoriferi di alcuni enti locali, evitando che il ritmo delle vaccinazioni scenda. "L’obiettivo – scandisce il commissario – è mettere in sicurezza gli over 65 e poi aprire a tutte le classi e a chi rappresenta l’apparato produttivo del settore turistico: l’Italia deve ripartire".

Tra agosto e settembre, secondo gli esperti, dovremmo arrivare, se non all’immunità di gregge a una copertura sufficiente a garantire una notevole sicurezza. Nelle intenzioni del governo e di Figliuolo l’ondata degli under fifty, sotto i 50 anni, è decisiva. La data fatidica resta il 14 maggio, quando si tireranno le somme delle tre settimane di riaperture, ma per ora tutti gli indicatori registrano un miglioramento – come emerge pure dal monitoraggio settimanale della fondazione Gimbe – tanto che da lunedì non ci saranno più regioni rosse. La Valle d’Aosta passerà in arancione, raggiungendo Sardegna e Sicilia, mentre Basilicata, Calabria e Puglia dovrebbero diventare gialle.

Il fronte vaccini e quello delle riaperture sono strettamente collegati. I calcoli che permettono di sperare in un passo avanti nelle immunizzazioni e suggeriscono, allo stesso tempo, di mantenere la prudenza detteranno l’agenda delle ripartenze. Necessità tanto più impellente con l’avvicinarsi dell’estate. Si potrà tornare nelle piscine all’aperto il 15 maggio e bisognerà attendere il 1 giugno per le palestre, anche se governatori e centrodestra premono per anticipare di due settimane il d-day. Sempre il 15 un altro passaggio, anche simbolicamente, importante: la riapertura dei centri commerciali nel week-end. Ancora prima dovrebbero spalancarsi ai parenti degli ospiti le porte delle Rsa, ma l’ultima parola non è detta, si aspetta l’okay del Cts.

Un capitolo a sé è rappresentato dal settore wedding, particolarmente penalizzato nell’ultimo anno, al quale è molto sensibile la ministra Gelmini. Con lei ci sono Lega e Fi a chiedere che i fiori d’arancio tornino ad aprirsi il 1 giugno o al più tardi il 15. La nota dolente è che evitare gli assembramenti nelle feste di nozze è una chimera: il governo quindi ancora esita. Stesso discorso, ma moltiplicato all’ennesima potenza, per quanto riguarda il nodo più aggrovigliato: quello delle discoteche. I locali da ballo aperti sono un elemento fondamentale dell’estate per molti giovani e, soprattutto, il settore dopo mesi di chiusura è davvero allo stremo. Ma lì gli assembramenti sono costitutivi, e brucia ancora il ricordo il disastro dell’estate scorsa: capitolo tutto da affrontare. Poi, naturalmente c’è l’eterno problema del coprifuoco: almeno in parte dovrebbe avviarsi a risoluzione. Da metà maggio, se i dati del 14 non saranno una doccia gelata, slitterà di una o più probabilmente di due ore. Per riprendersi la notte del tutto bisognerà aspettare qualche settimana in più, benché Salvini e Renzi insistano per farlo subito.

Ma per certi versi la voce più attesa, perché davvero accompagna la vita quotidiana di tutti da più di un anno riguarda lei, la mascherina. Non è ancora una decisione ufficiale ma, almeno all’aperto, forse si potrebbe cominciare a girare smascherati già a fine estate.