Lega: "Crocifisso obbligatorio, da scuole a porti". E il web si divide

Fa discutere, soprattutto sui social network, la proposta della Lega di rendere obbligatorio il crocifisso in scuole, uffici e, tra gli altri luoghi, nei porti. Il popolo del web si divide sull'argomento e porta l'attenzione sui migranti che nei porti, vengono respinti

Il leader della Lega e ministro dell'Interno, Matteo Salvini

Il leader della Lega e ministro dell'Interno, Matteo Salvini

Roma, 24 luglio 2018 - Si accende sui social network la polemica sul crocefisso e la proposta di legge della Lega di renderlo obbligatorio praticamente ovunque. Su twitter, la parola è trend topic e gli internauti discutono animatamente sull'iniziativa del Carroccio che lo vorrebbe imporre in scuole, università, aule di giustizia, porti, aeroporti e stazioni, prevedendo multe fino a mille euro per chi si rifiuta di farlo. In particolare, commentano l'eventuale presenza del crocifisso nei porti, dove arrivano i migranti che il ministro dell'Interno Matteo Salvini è restio a far sbarcare. “Ma il #crocifisso lo metteremo anche all'ingresso dei porti, così che i migranti respinti conoscano la proverbiale solidarietà cristiana?” chiede qualcuno. “Se non mi ricordo male – fa notare un altro internauta - la persona inchiodata sulla croce diceva: 'avevo fame e mi avete dato da mangiare', 'ero straniero e mi avete ospitato'. Ironia della sorte, la frase è dal Vangelo secondo Matteo”.

La proposta di legge del Carroccio è stata presentata il 26 marzo alla Camera, quindi a pochi giorni dall'insediamento del nuovo Parlamento, e vede prima firmataria Barbara Saltamartini, seguita da Massimiliano Fedriga, Giuseppina Castiello, Paolo Grimoldi e Guido Guidesi e contiene “Disposizioni concernenti l'esposizione del Crocifisso nelle scuole e negli uffici delle pubbliche amministrazioni”, come recita il titolo. La proposta ricalca quella presentata sempre da Saltamartini nella scorsa legislatura. “Cancellare i simboli della nostra identità, collante indiscusso di una comunità – si legge nella motivazione che accompagna il testo della proposta di legge - significa svuotare di significato i principi su cui si fonda la nostra società”. E ancora: “Rispettare le minoranze non vuol dire rinunciare, delegittimare o cambiare i simboli e i valori che sono parte integrante della nostra storia, della cultura e delle tradizioni del nostro Paese”. Cinque gli articoli della proposta di legge, in cui si prevede l'esposizione del crocifisso “nelle aule delle università e accademie del sistema pubblico integrato d'istruzione, negli uffici delle pubbliche amministrazioni”. E ancora “negli uffici degli enti locali territoriali, nelle aule nelle quali sono convocati i consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali e delle comunità montane, nei seggi elettorali, negli stabilimenti di detenzione e pena, negli uffici giudiziari e nei reparti delle aziende sanitarie e ospedaliere, nelle stazioni e nelle autostazioni, nei porti e negli aeroporti, nelle sedi diplomatiche e consolari italiane e negli uffici pubblici italiani all'estero”. E arriva il capitolo delle sanzioni: “Chiunque rimuove, in odio ad esso, l'emblema della croce o del crocifisso dal pubblico ufficio nel quale sia esposto o lo vilipende - recita l'articolo 4 - è punito con l'ammenda da 500 a 1.000 euro”.

E sul crocifisso obbligatorio il web si divide: “Da credente, mi spiace leggere l'astio nei confronti del #crocifisso. Rispetto la sensibilità di tutti e idee diverse dalla mia, ma il crocifisso non è lì per obbligare o giudicare, ma per ricordare a tutti (credenti e non) che è bello vivere prendendosi cura degli altri” scrive un utente. “Un' unica domanda sul #crocifisso – argomenta, invece, un altro -, ma non siamo uno stato laico (quello che ci distingue dalle teocrazie islamiche così odiate)”? “Da laico sostengo che il #crocifisso debba essere appeso in tutte la aule, non per motivi religiosi ma perché rappresenta la nostra cultura e la nostra storia, che deve essere difesa e tramandata!!” risponde un'internauta ma non tutti sono d'accordo. “Il crocefisso, come qualunque simbolo religioso in luogo pubblico, non mi rispetta in quanto ateo” cinguetta un altro utente.