Terza dose vaccino, Crisanti: ora si deve correre "Ai medici serve subito"

Il microbiologo: non solo ai fragili, ma abbiamo 2 o 3 mesi per la campagna "Basta dubbi, più persone sono immunizzate e meglio è per la salute di tutti"

Il microbiologo Andrea Crisanti

Il microbiologo Andrea Crisanti

"La terza dose? L’ho fatta stamattina (ieri, ndr), c’era uno spazio libero e mi sono fiondato", a dirlo è il professore ordinario di Microbiologia all’università di Padova, il 67enne Andrea Cristanti. "Non ho avuto alcun problema. Chi ha paura del vaccino deve capire che non è un antidoto sperimentale se è stato somministrato a più di 4 miliardi di persone. L’approvazione di emergenza è una dicitura che non è più allineata con la realtà dei fatti".

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L’Ema ha dato l’ok alla terza dose per over 18 e immunodepressi. L’Italia è in ritardo?

"Direi di no. Abbiamo ancora due o tre mesi a disposizione per la nuova campagna. Contrariamente a Israele e Gran Bretagna, più avanti nelle iniezioni, non siamo in una fase in cui la maggior parte della popolazione è ancora protetta bene".

A Firenze i medici lanciano l’allarme sul virus che torna a circolare tra i sanitari, che hanno iniziato le somministrazioni 10 mesi fa, e lanciano l’appello per muoversi.

"Hanno ragione, non dobbiamo perdere tempo. Ma è normale che il virus circoli nuovamente dopo 10 mesi, infatti il piano prevede che i sanitari siano nei vertici della lista".

Secondo lo studio dell’ospedale Santa Lucia Irccs due dosi creano una memoria immunologica che perdura. Sarà davvero necessaria per tutti i soggetti sani la dose addizionale?

"È presto per stabilirlo. I dati di Israele in questa fase sono molto preoccupanti, con 35mila contagi al giorno e un numero di morti inaccettabile. Più persone sono immunizzate e meglio è per la salute di tutti".

L’Ema ha stabilito una distanza temporale di 6 mesi. Quindi è stato reso ufficiale che la durata degli anticorpi in media è di 180 giorni?

"Sì e non è una buona notizia. Il problema è che non possiamo ogni 5 mesi organizzare una maxi campagna vaccinale per 50 milioni di persone. La soluzione è una nuova generazione di vaccini, che siano più efficaci e facili da distribuire".

L’Ema ha ammesso che non conosce gli effetti rari collaterali della terza dose. Questo richiamo è stata studiata abbastanza o davvero in questo caso le persone sono ‘cavie’?

"Fare una dichiarazione del genere sconfessa il ruolo stesso dell’agenzia europea. Allora se la sitauzione è questa, non doveva dare il parere favorevole all’autorizzazione. Bisognava leggere i dati di Israele e basarsi su quelli per giudicare gli effetti collaterali rari".

Possiamo dire che la variante è stata tenuta a bada bene grazie ai vaccini o ci sono ancora rischi?

"Sì, il ceppo ex inglese è stato contenuto bene grazie alla campagna vaccinale in Italia, anche considerando il livello di contagiosità simile al morbillo".

Ci sono altre varianti che preoccupano?

"Le varianti rappresentano sempre una minaccia, ma ora non ce n’è una specifica".

Israele ha varato la stretta: si avrà il Green pass solo dopo la terza dose. Sta funzionando il sistema della certificazione Covid in Italia?

"Giustissimo. Il sistema italiano non ha senso: il Green pass non può durare 12 mesi quando la protezione è di sei mesi. Non si può decidere per legge la durata dell’immunità, ignorando le evidenze scientifiche. La certificazione Covid-19 induce le persone a vaccinarsi e quindi offre benefici alla comunità, ma come misura di sanità pubblica non ha assolutamente utilità".