Martedì 23 Aprile 2024

Crisanti in lista Il Pd spaventa gli italiani

Lorenzo

Castellani

I cittadini italiani hanno dato una grande prova di solidarietà, obbedienza e

responsabilità durante l’emergenza pandemica. Oggi la situazione è sotto controllo

da mesi: oltre il 90% della popolazione è plurivaccinata; la pressione sugli ospedali

non c’è più; le restrizioni sono poche e ben tollerate dalla stragrande maggioranza

dei cittadini. In questo contesto viene da chiedersi se sul piano della strategia

politica sia stata una buona mossa per il Partito Democratico candidare al

Parlamento il virologo Andrea Crisanti, uno dei volti più noti dell’emergenza pandemica sul piano sanitario e mediatico. Gran parte della popolazione reputa la pandemia superata e il ritorno alla normalità completato, davvero apprezzeranno un tecnico prestato alla politica che ventila nuove restrizioni dopo gli ultimi difficili due anni e mezzo?

Crisanti farà il suo mestiere, come giusto che sia, anche in

campagna elettorale e parlerà di prevenzione sanitaria e politiche restrittive. La

competenza in politica conta, ma niente garantisce che un buon tecnico sia anche

un efficace politico. È valsa la pena sacrificare un buon politico locale o un parlamentare esperto per candidare al suo posto il virologo? Nessuno nega che

questa candidatura possa veicolare sicurezza verso un certo elettorato, ma la parte

più produttiva dell’Italia teme che all’inflazione e alla crisi energetica possano sommarsi nuove restrizioni alla prima impennata di contagi, nonostante il percorso

sin qui svolto dai cittadini. La candidatura di Crisanti, dunque, non pare rientrare in

una strategia elettorale volta a conquistare l’Italia più giovane e dinamica di cui una

sinistra in svantaggio avrebbe molto bisogno. Sembra piuttosto una delle tante

operazioni tecnocratiche, svolta in nome della competenza e col sacrificio della rappresentanza territoriale, che mira a rimpiazzare una politica pavida e inconcludente con la tecnica.