Giovedì 18 Aprile 2024

Crescita sottozero e costi alle stelle Bankitalia: "Famiglie vulnerabili"

Il caro-energia tocca altri comparti, dalla casa alla cura della persona. Il Censis: il 13,3% dei lavoratori in povertà

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di Claudia Marin

Mario Draghi e Daniele Franco possono tirare un sospiro di sollievo e, di fronte al meno 0,2% del Pil nel primo trimestre dell’anno (rispetto a previsioni che andavano dal meno 0,5 a meno 1,3%), si sentono rafforzati, come hanno commentato con i collaboratori più stretti, anche nel poter resistere all’assalto dei partiti per fare nuovo extra-deficit: l’Italia ha una crescita acquisita del 2,2% "e non è detto che andrà persa – si fa sapere da Palazzo Chigi e Via XX Settembre – nei mesi a venire. Anzi". E, dunque, la parola d’ordine è aspettare e vedere.

Dall’altra parte, però, non si allenta la morsa dell’inflazione che, sebbene ad aprile faccia registrare un primo rallentamento (dal 6,5 al 6,2 per cento), per effetto delle misure contro il caro-bollette, dopo ben 9 mesi di accelerazione, si mantiene su livelli elevati. Tanto più che il caro-energia si sta ora diffondendo ad altri comparti: l’effetto si vede tutto sul carrello della spesa che comprende appunto alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona, con un incremento dal 5% di marzo al 6% di questo mese. Con un impatto sui salari che si somma alla perdita di 8,3 punti del potere d’acquisto degli stipendi degli ultimi dieci anni, come emerge dal Rapporto Censis-Ugl: tanto che i working poors, i lavoratori che vivono sotto la soglia di povertà, sono arrivati al 13,3% di operai e assimilati nel lavoro dipendente e al 7,6% dei lavoratori indipendenti.

E, d’altra parte, anche l’ultima indagine di Bankitalia sulla stabilità finanziaria segnala che nel 2022 "è destinata a crescere la quota di nuclei vulnerabili ma i rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal settore delle famiglie si mantengono limitati".

Ben più rilevanti, nella mappa delle minacce alla tenuta economica del nostro Paese, sono, per gli analisti di via Nazionale, le bufere che arrivano dalle incertezze derivanti dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che sta spingendo un’inflazione incandescente e frenando l’economia mondiale. L’intervento dello Stato, per fare fronte al caro-energia e alle difficoltà di approvvigionamento, dovrà arrivare, però, "in maniera selettiva" per non alimentare la spirale del debito: che è salito al 150,8 per cento del Pil, una soglia che se dovesse restare tale, con l’aumento dei tassi e una differente politica della Bce, rischia di esporre il Paese a tensioni nel rifinanziamento. Lo scenario peggiore ipotizzato dalla Banca d’Italia (blocco totale del gas russo) porterebbe l’Italia in recessione, ma anche se non si verificasse questa ipotesi quello che preoccupa, a parte un rallentamento del Pil, è l’elevata vulnerabilità delle nostre imprese per l’aumento dei costi e il calo della domanda. Mentre per le banche si sottolinea che le esposizioni verso la Russia dei due maggiori istituti di credito sono esposizioni "gestibili".

Ma le conseguenze sull’intero comparto possono però essere "rilevanti" e arrivare "attraverso molteplici canali, di natura finanziaria ed economica". Si spiega, dunque, come il meno 0,2 per cento del Pil nel primo trimestre rappresenti una boccata d’ossigeno. È vero, infatti, che si tratta del primo dato negativo dopo quattro trimestri consecutivi di crescita nel 2021, e che in Europa per gli altri Paesi è andata meglio (Germania +0,2%, Francia a crescita zero, Spagna a +0,3%). Ma noi venivamo dal formidabile più 6,6-6,7 del 2021 e le previsioni dello stesso governo nel Def erano anzi peggiori, come quelle di Bankitalia, Upb e centri studi. Stando, dunque, alle prime rilevazioni dell’Istat, l’economia italiana ha reagito meglio del previsto. E, non acaso, l Ministro Renato Brunetta, tra i più vicini a Draghi, spiega che anche i prossimi trimestri potrebbero essere migliori delle attese. Insomma, l’Italia non naviga certo "nelle acque della recessione".

Anzi, Paolo Mameli di Banca Intesa prevede un rimbalzo nei tre mesi in corso, debole ma sufficiente per scacciare lo spettro della temuta recessione tecnica, determinata da due trimestri consecutivi di contrazione.