di Claudia Marin Mario Draghi e Daniele Franco possono tirare un sospiro di sollievo e, di fronte al meno 0,2% del Pil nel primo trimestre dell’anno (rispetto a previsioni che andavano dal meno 0,5 a meno 1,3%), si sentono rafforzati, come hanno commentato con i collaboratori più stretti, anche nel poter resistere all’assalto dei partiti per fare nuovo extra-deficit: l’Italia ha una crescita acquisita del 2,2% "e non è detto che andrà persa – si fa sapere da Palazzo Chigi e Via XX Settembre – nei mesi a venire. Anzi". E, dunque, la parola d’ordine è aspettare e vedere. Dall’altra parte, però, non si allenta la morsa dell’inflazione che, sebbene ad aprile faccia registrare un primo rallentamento (dal 6,5 al 6,2 per cento), per effetto delle misure contro il caro-bollette, dopo ben 9 mesi di accelerazione, si mantiene su livelli elevati. Tanto più che il caro-energia si sta ora diffondendo ad altri comparti: l’effetto si vede tutto sul carrello della spesa che comprende appunto alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona, con un incremento dal 5% di marzo al 6% di questo mese. Con un impatto sui salari che si somma alla perdita di 8,3 punti del potere d’acquisto degli stipendi degli ultimi dieci anni, come emerge dal Rapporto Censis-Ugl: tanto che i working poors, i lavoratori che vivono sotto la soglia di povertà, sono arrivati al 13,3% di operai e assimilati nel lavoro dipendente e al 7,6% dei lavoratori indipendenti. E, d’altra parte, anche l’ultima indagine di Bankitalia sulla stabilità finanziaria segnala che nel 2022 "è destinata a crescere la quota di nuclei vulnerabili ma i rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal settore delle famiglie si mantengono limitati". Ben più rilevanti, nella mappa delle minacce alla tenuta economica del nostro Paese, sono, per gli ...
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