Martedì 23 Aprile 2024

CR7 è un brand E fa decollare il fatturato

Giuseppe

Tassi

Il re dei re non basta per spingere la Juve fra le grandi d’Europa. Ma se oggi Andrea Agnelli scarica Sarri come una fastidiosa zavorra, Cristiano Ronaldo è confermatissimo. E non è solo questione di gol (755 in carriera) e di carisma. Questa non è ancora, e forse mai sarà, la Juventus di CR7. L’Ungheria di Puskas, il Real di Di Stefano, il Torino di Valentino Mazzola, il Santos di Pelé, il Napoli di Maradona, nella totale identificazione fra l’idolo e la squadra, sono modelli lontani anni luce dal calcio business di oggi. Dove anche il Barcellona del ‘nemico’ Messi non se la passa benissimo.

Ma l’asso di Funchal va ben oltre il rotolare di un pallone. Ronaldo è uno straordinario moltiplicatore di proventi per il club di Agnelli, una vera slot machine capace di far decollare il fatturato della società bianconera. Se oggi la Juve, con 524 milioni, è decima nella classifica europea per ricavi, lo deve in gran parte al carisma del divo di Funchal.

CR7 con la forza della propria immagine e un seguito sui social di 394 milioni di follower (più di Real e Barcellona messe insieme) è un fenomeno ineguagliabile in termini di merchandising e visibilità del club. Alle prodezze calcistiche, alla maniacale cura del corpo, all’approccio quasi mistico alla professione, Cristiano aggiunge il potenziale economico del suo marchio personale.

Se sul campo è un campione solitario, che spesso predica nel deserto, nel calcio business é sempre l’inarrivabile numero uno. Ecco perché la Juve lo tiene legato a doppio filo.