Variante sudafricana Omicron: quando sapremo quanto è grave

L'epidemiologa Van Kerkhove (Oms): "Alcune settimane per capire impatto". Il ricercatore Maga (Cnr): "Ulteriore conferma dell'importanza di scudo immunitario esteso"

Roma, 26 novembre 2021 - Si chiamerà 'Omicron' la nuova variante B.1.1.529, isolata in Sudafrica, che da qualche giorno ha messo in allarme in mondo. Alla mutazione, secondo la progressione finora adottata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per le altre varianti, sarebbe spettata la lettera dell'alfabeto greco 'Nu', come ipotizzato dal bioinformatico Tulio de Oliveira, dell'Università del KwaZulu-Natal. Ma la decisione sul nome ha ribaltato i pronostici. Anche se al momento questo aspetto passa in secondo piano rispetto alla gravità della variante. La domanda che infatti viene da porsi è: quando sapremo quali sono e quanto sono pesanti gli effetti che sortisce? A rispondere è stata l'epidemiologa Maria Van Kerkhove: "Ci vorranno poche settimane per noi per capire quale impatto ha questa variante", ha spiegato. Per il momento, dobbiamo attenerci a quel che sappiamo e cioè che "ci sono meno di 100 sequenze complete disponibili", ha dettagliato l'esperta dell'Oms, e che "ha un ampio numero di mutazioni". La preoccupazione, dunque, "quando hai così tante mutazioni, è che questo possa avere un impatto su come il virus si comporta".

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Quindi, nonostante le tempistiche sia ancora estese, Van Kerkhove ha intanto rassicurato che "è positivo che queste varianti vengano scoperte. Significa che abbiamo un sistema in campo". Da qui, ha spiegato, "adesso i ricercatori si stanno mettendo insieme per capire dove sono queste mutazioni e cosa potenzialmente potrebbero significare per i nostri strumenti diagnostici, le nostre terapie e i nostri vaccini". "C'è un sacco di lavoro in corso", ha rimarcato l'esperta, spiegando che si tratta di "una variante sotto monitoraggio" e che il gruppo tecnico Tag-Ve (Technical Advisory Group on Sars-CoV-2 Virus Evolution) sta discutendo "se farla diventare una variante d'interesse o di preoccupazione. E se fosse questo il caso - ha evidenziato van Kerkhove - le daremo un nome con una lettera dell'Alfabeto greco".

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Oltre al nome e alla gravità, si sta cercando di localizzare la mutazione. "La variante isolata in Sudafrica, denominata B.1.1.529 in attesa dell'assegnazione di una lettera dell'alfabeto greco, si sta diffondendo nella regione in cui si è sviluppata e, sebbene si tratti di pochi casi sporadici, è stata rilevata anche in altre località, come a Hong Kong", ha dichiarato invece Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm). "Per adesso sappiamo davvero pochissimo di questo ceppo - ha sottolineato anche il ricercatore - non possiamo prevederne l'epidemiologia né sapere se si diffonderà come la Alpha o la Delta. Il sequenziamento dell'RNA virale ha però mostrato che la variante B.1.1.529 presenta oltre 30 mutazioni, molte comuni ad altri ceppi già noti, ma alcune, sempre a livello di proteina spike, hanno suscitato preoccupazione perché potrebbero suggerire una maggiore capacità di sfuggire alla risposta immunitaria dell'organismo".

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Aspettiamo a lanciare allarmismi, è quanto sostiene anche Maga: le informazioni disponibili sono ancora troppo esigue,per cui sarà necessario attendere dati scientifici esaurienti, attesi per le prossime due o tre settimane. "Quello che possiamo evidenziare - ha concluso - è che la variante sembra essersi selezionata in persone immunodepresse, con una risposta immunitaria più debole. Nella regione sudafricana l'incidenza di HIV è molto più elevata rispetto alla maggior parte del mondo". E oltre a questo "ciò che è certo è che in Sudafrica il tasso di vaccinazione è intorno al 24 per cento - ha proseguito Maga -, a fronte della media mondiale del 40 per cento, e al 70-80 per cento e oltre nei paesi più sviluppati".

La prima conclusione è che "l'emergere di questa variante rappresenta una ulteriore conferma dell'importanza di uno scudo immunitario esteso a livello internazionale", ha sottolineato il direttore, avvertendo che "dobbiamo immunizzare gran parte della popolazione mondiale se vogliamo ridurre il rischio di nuove varianti di preoccupazione e, per adesso, possiamo continuare a mantenere il controllo della situazione emergenziale, proseguendo con le disposizioni che sappiamo essere efficaci". Come ricordato, quindi, anche dal virologo Massimo Galli, "tutti devono capire che più questo virus circola, più opportunità ha di cambiare", è stato il monito anche di van Kerkhove. "Ognuno ha un ruolo da svolgere nel portare la trasmissione verso il basso, a un livello tale da proteggersi contro la malattia grave e la morte". E da qui l'appello: "Vaccinatevi quando potete, assicuratevi di aver fatto il ciclo completo e di aver compiuto tutti i passi necessari per ridurre la vostra esposizione" al contagio "e per prevenire il rischio di trasmettere il virus ad altri".