Covid, variante Delta plus: cosa sappiamo. Bassetti: "Più contagiosa della varicella"

Rischia di diventare dominante anche in Italia. L'infettivologo: "Fondamentale vaccinarsi"

Covid: test salivare

Covid: test salivare

Roma, 23 novembre 2021 - E' l'ultima e la più preoccupante versione di Sars-Cov-2. La variante Delta plus potrebbe diventare dominante vista la sua contagiosità. Ne parla oggi Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, che conferma: "Quello che sappiamo è che la sua contagiosità è superiore del 15-20% rispetto alla Delta. Rispetto al coronavirus originale, abbiamo una contagiosità oltre 10 volte superiore". In pratica, con la AY.4.2. (nome tecnico dell'infezione) il covid diventerebbe una malattia più contagiosa della varicella. 

Covid: bollettino contagi 23 novembre 

​Delta plus e vaccini

Ma quanto è pericolosa questa variante e quanto ci proteggono i vaccini? Bassetti rassicura: "Come aggressività non è superiore alla Delta e i vaccini sembrano proteggere e funzionare perfettamente anche contro la variante Delta plus". Più cauto il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'università Statale di Milano: la Delta Plus "un pochino buca i vaccini, ma non troppo. Non c'è questa grossa perdita di protezione". I vaccini comunque "proteggono e lo dimostra anche l'Inghilterra dove c'è una grossa parte" dei contagi causati dalla Delta plus. Mentre da noi questa variante "c'è, ma non si sta facendo vedere più di tanto".

Con il rischio di diffusione massiccia della nuova variante vaccinarsi diventa ancora più importante perché il rischio di contagiarsi (e quindi anche di sviluppare il Covid in forma grave) aumenta: "Chi oggi non è immunizzato è a forte rischio di essere contagiato nei prossimi 6-8 mesi", avverte Bassetti.

La nuova variante in Italia 

Secondo l'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di Sanità sui mutanti del coronavirus pandemico, in Italia la cosiddetta variante Delta plus è "presente in 10 regioni/province autonome, ma rimane minoritaria". Secondo Walter Ricciardi, consulente per il Ministero della Salute, "tra due mesi potrebbe essere prevalente in Inghilterra, e in seguito anche da noi".