Covid, Ema: "Probabile vaccino adattato a varianti entro settembre"

All'esame il siero Moderna per i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni

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Bruxelles, 5 maggio 2022 - Entro settembre nella Ue è probabile che sia approvato il primo vaccino anti-Covid adattato alle varianti. Così il capo della task force sui vaccini dell'Ema, Marco Cavaleri, in conferenza stampa. "La nostra priorità è garantire che i vaccini contro il Covid adattati" alle nuove varianti "siano approvati al più tardi entro settembre, per essere pronti per il lancio di nuove campagne di immunizzazione in autunno", ha dichiarato, spiegando che "non è un mistero che quelli più avanti al momento siano i vaccini mRna". "I test clinici sui vaccini adattati dovrebbero mostrare che sono superiori contro Omicron o altre varianti rispetto ai vaccini attualmente autorizzati", ha sottolineato l'esperto. 

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Attualmente, ha spiegato Cavaleri, l'Ema ha cominciato a esaminare la domanda di autorizzazione di Moderna per estendere l'uso del suo vaccino anti-Covid, lo Spikevax, ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni. Inoltre "abbiamo iniziato a valutare un'applicazione per una dose di richiamo AstraZeneca alle persone di età superiore ai 18 anni", ha aggiunto. Quanto alla quarta dose di vaccini mRna, l'esperto ha confermato che "è ancora troppo presto per prenderla in considerazione nella popolazione generale". Tuttavia, "le persone di età superiore agli 80 anni - ha precisato - potrebbero beneficiare di un secondo richiamo, dato il rischio piu' elevato per loro di contrarre gravi forme di Covid-19".

La "situazione nell'Ue si è stabilizzata, ma i casi nel mondo sono ancora milioni e la pandemia non è finita", ha quindi precisato il capo della task force. "Il Covid - ha aggiunto - continuerà ad avere un impatto sulle nostre vite, dobbiamo restare vigili in caso di un nuovo aumento dei casi il prossimo inverno". Al momento, ha detto ancora Cavaleri, "vanno monitorate attentamente le sottovarianti di Omicron che si diffondono in Sudafrica e in altre regioni per capire se possano portare a un aumento dei casi anche nell'Unione europea". I vaccini, ha ribadito Cavaleri, "sono il pilastro centrale della nostra risposta, hanno salvato oltre 500mila di vite in Europa" e il completamento del ciclo vaccinale nella popolazione "resta la priorità".