Covid, Andreoni (Simit): "Ora chiusura vera e campagna vaccinale come in Israele e Gb"

Il direttore scientifico Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali, ad Agorà su Rai 3. Nella trasmissione è intervenuto anche il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini: "Evitare la foga di riaprire, ma fissare un orizzonte, tante categorie sono nel dramma"

Covid, operatori sanitari in ospedale (Ansa)

Covid, operatori sanitari in ospedale (Ansa)

Roma, 2 april 2021 - "Dopo 14 mesi possiamo dire che il sistema Italia non ha funzionato", quindi "in questo momento dobbiamo attuare un piano rigido in funzione della campagna vaccinale. Serve maggiore rigore per almeno 2, 3 settimane per avere un passo diverso e arrivare a fine giugno-inizio luglio all'immunità di gregge che è fondamentale". Così Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali, ad Agorà su Rai 3.

"Queste chiusure a macchia di leopardo, queste aperture e chiusure, non hanno funzionato. Abbiamo sofferto, diciamo così, non con particolare beneficio rispetto ad altri paesi che hanno adottato strategie diverse. Credo che almeno in questo momento dobbiamo fare una chiusura vera, una campagna vaccinale vera, e raggiungere dei risultati come quelli di altri paesi vedi Israele e Gran Bretagna".

Condivide la riapertura della scuola fino alla prima media anche in zona rossa prevista dal nuovo decreto del governo per dopo Pasqua? "Mi dispiace, ma no". E afferma: "I 25mila casi al giorno e i 500 morti al giorno qualche considerazione ci devono portare a farla. Permettere che tutto questo si mantenga e addirittura buttare benzina sul fuoco aprendo per due giorni - ha sostenuto facendo riferimento all'apertura nel Lazio il 30 e 31 marzo -. lo capisco poco, anche da nonno. Il significato di mandare per 2 giorni i bambini a scuola, mi è difficile comprenderlo se non certamente quello di determinare qualche piccolo focolaio, che così riaccendiamo. Sono i numeri - ha insistito - che dimostrano che la strategia italiana non ha funzionato". Si poteva aspettare con la riapertura delle scuole, considerando anche le varianti del virus? "Sicuramente sì - ha risposto - noi stiamo assistendo a una ripresa dell'epidemia in maniera forte legata alle varianti che stanno girando".

Ad Agorà questa mattina è intervenuto anche il governatore dell'Emilia-Romagna, e presidente della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini. "Bene" ha fatto il Governo "a prendere un principio di precauzione" nelle restrizioni anti-Covid e, visto che la curva dei contagi "scende abbastanza lentamente, dobbiamo evitare che per la foga di riaprire in due giorni si rischi di ripiombare nel dramma", ha detto. Tuttavia, sottolinea il governatore, occorre "provare a fissare un orizzonte per alcune categorie che sono nel dramma". Bonaccini cita come esempio il mondo del 'wedding', "che non lavora da un anno e mezzo", ma anche parrucchieri ed estetisti dove si rischia l'abusivismo. "La scelta del Governo mi trova d'accordo e ho apprezzato che il presidente Draghi abbia detto che tra qualche settimana sulla base dei dati verificheremo se sarà possibile" ipotizzare aperture, ha aggiunto. Secondo Bonaccini "bisogna prendere le singole categorie, vedere dove ci sarebbero pochi rischi, dove ce ne sarebbero di più, e modulare per venire incontro, quando si potrà fare, a dare delle prospettive" per le riaperture.

Bonaccini dice che "se in Italia fossero arrivate le dosi che dovevano arrivare, noi non avremmo risolto tutti i nostri problemi ma certamente saremmo qui a parlare di un altro scenario". E conclude: "Voglio essere fiducioso che fra sei mesi avremo vaccinato tutti gli italiani - sottolinea Bonaccini -. Se non fosse così vorrebbe dire che continuerebbe il mancato impegno alle sottoscrizioni dei contratti da parte delle multinazionali che hanno avuto nei primi tre mesi di quest'anno un comportamento vergognoso".