Terza dose di vaccino ai fragili dal 20 settembre. Dopo quanto va fatta dalla seconda?

La decisione in una riunione cui hanno partecipato Speranza e Figliuolo dopo il parere favorevole di Cts e Aifa. Andreoni: "Richiamo va fatto per tutti dopo 9-12 mesi"

Terza dose di vaccino ai fragili: si parte dal 20 settembre (Ansa)

Terza dose di vaccino ai fragili: si parte dal 20 settembre (Ansa)

Roma, 13 settembre 2021 - Terza dose di vaccino anti Covid ai fragili: si parte in tutt'Italia. Da lunedì 20 settembre sarà somministrata ai soggetti immunocompromessi. La decisione è stata presa oggi nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato il ministro della Salute Roberto Speranza e il Commissario per l'Emergenza Francesco Figliuolo. A questo punto la maggior parte dei vaccinati si chiede se scatterà la terza dose per tutti, e soprattutto dopo quanto tempo dalla seconda dose conviene richiamare l'immunizzazione.

Intanto sono oltre 40 milioni (40.006.727) le persone che in Italia hanno completato il ciclo vaccinale: si tratta del 74,07% della popolazione over 12, secondo il report del commissario per l'emergenza aggiornato alle ore 18.50. 

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Sommario:

Il bollettino di oggi 13 settembre

Terza dose ai fragili

Al centro della riunione, dopo il parere favorevole espresso dalla Cts dell'Aifa e dal Comitato tecnico scientifico del governo, c'è stata proprio la somministrazione di dosi 'booster' a quelle categorie maggiormente esposte o a maggior rischio di malattia grave. 

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Ed è già in corso tra il ministero della Salute e i tecnici delle regioni, sottolinea una nota della struttura commissariale, un confronto per "la puntuale definizione della popolazione target" all'esito del quale verranno aggiornati i sistemi informatici per l'avvio delle somministrazioni in tutto il Paese. Per consentire l'inoculazione della terza dose, sottolinea ancora la struttura di Figliuolo, verranno messe a disposizione ulteriori dosi di vaccino a mRna Pfizer e Moderna.

Chi sono, e quanti sono i fragili

Sono circa tre milioni gli italiani immunocompromessi ai quali per primi verrà somministrata la terza dose. Tra loro, pazienti trapiantati, oncologici e con patologie autoimmuni. Subito dopo, ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza, si procederà con gli altri soggetti fragili, gli ospiti delle Rsa e gli ultraottantenni.  Nel suo parere, il Comitato tecnico scientifico ha sottolineato che è "raccomandabile" la terza dose "nei soggetti trapiantati, e, più in generale, in quelle categorie di soggetti connotati da significativa alterazione della funzionalità del sistema immunitario per cause legate alla patologia di base (es. immunodeficienza comune variabile) o a trattamenti farmacologici determinanti marcata compromissione della risposta immunitaria".

Quando a tutti? Andreoni

Secondo Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico di Tor Vergata, è giusto  partire subito con i soggetti fragili e immunodepressi e poi, "a distanza di 9-12 mesi dal termine del ciclo vaccinale previsto con due dosi, anche per il resto della popolazione. Sono infatti comunque favorevole al richiamo per tutta la popolazione". In particolare, "per il resto della popolazione credo che la terza dose sia utile ma a una certa distanza di tempo. Sono comunque dell'idea che vada fatta a tutti. La terza dose è infatti necessaria perché il livello degli anticorpi al virus SarsCov2 indotto appunto dalla vaccinazione, ovvero il titolo anticorpale, progressivamente si riduce. Questo succede regolarmente in tutte le tipologie di vaccinazione ma il tempo di questo decadimento degli anticorpi è diverso da vaccinazione a vaccinazione".  Per la vaccinazione anti-Covid, sottolinea l'esperto, "stiamo vedendo che dopo una tempistica di 9-12 mesi il titolo anticorpale tende a non essere più sufficiente. Questo è più che mai valido per i soggetti fragili immunodepressi che, rispondendo meno validamente alla vaccinazione, sono esposti a un decadimento anticorpale molto più rapido e richiedono per questo un richiamo vaccinale in tempi molto più brevi rispetto al resto della popolazione".

Galli: dipende dalla risposta al vaccino

Per Massimo Galli, ordinario di Malattie Infettive all'Università di Milano, "la terza dose va fatta ove si definisca necessaria e in determinate situazioni; sono invece meno propenso per una terza dose a tutti, perché sono necessarie basi scientifiche più approfondite". Infatti, sottolinea, "la mia netta impressione è che ci siano persone che rimangono protette per mesi e altre che rispondono poco o nulla al vaccino. Quindi, chi non risponde potrebbe non rispondere neanche alla terza dose". In ogni caso, anche per gli immunodepressi, conclude, sarebbe opportuna la terza dose "sulla base di una valutazione della risposta anticorpale individuale, attraverso un test sierologico".