Covid, tampone per chi passerà il Natale all'estero. Coprifuoco allungato, ma è lite

L’intesa sul prossimo Dpcm non è stata ancora raggiunta, tutto rinviato a oggi. Gli spostamenti saranno vietati anche tra regioni gialle

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Nel Governo ancora non c’è una intesa sul Natale. I capidelegazione di maggioranza e il ministro Speranza dovevano vedersi con Conte a Palazzo Chigi alla 19 di ieri per parlare del Dpcm Covid che entrerà in vigore dal 3 dicembre (o dei dpcm, uno dal 3 al 20 dicembre e uno dal 21 dicembre al 6 gennaio) ma si è deciso di far slittare tutto a oggi. "Nessun problema, è un rinvio tecnico, non c’è diversità di opinioni", assicura una fonte Pd. Ma da M5s e Italia Viva la richiesta di aprire su scuole e ristoranti qualche problema lo pone. E sta di fatto che l’appuntamento è slittato. L’approccio del governo – dettato dai ministri Franceschini, Boccia e Speranza – resta rigorista. "Se apriamo senza limiti – conferma il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia in Parlamento – le perdite di dicembre in vite umane ce le ritroveremo a febbraio: è nostro dovere evitarlo".

"Mi piacerebbe poter dire – sottolinea il ministro della Salute Roberto Speranza che il 2 dicembre sarà in Parlamento per illustrare le misure e il piano vaccini – che i problemi sono tutti risolti e si può riaprire tutto, ma non direi la verità". Sul Natale ha riparlato anche il premier. "Confido – ha detto Conte – che già nei prossimi giorni possiamo definire un pacchetto di misure che al di là della colorazione delle regioni consentano di intervenire sulle occasioni di socialità molto intensa natalizia. Al di là della colorazione pensiamo infatti che in quel periodo si debbano introdurre maggiori cautele". "Sulle misure per contenere il Covid, soprattutto in vista delle vacanze natalizie – ha ribadito Conte – stiamo lavorando a livello europeo, per ottenere un coordinamento sulle misure restrittive, in particolare per gli impianti sciistici in vista delle vacanze di Natale. Una risposta comune Ue è opportuna, ma questo non vuol dire invadere le prerogative dei singoli Paesi, ognuno sarà libero adottare le misure che ritiene".

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La novità emersa ieri è che l’Italia intende porre un freno agli sciatori che volessero andare in paesi come la Svizzera o l’Austria, dove gli impianti saranno aperti. E comunque a chi passerà le vacanze all’estero. "Ci stiamo premurando per evitare che ci siano trasferimenti transfrontalieri – ha annunciato Conte – evitando che, nel caso si vada all’estero per le vacanze, si possa rientrare senza nessun controllo, intendo tamponi". E magari prevedendo la quarantena per chi rifiuta il test. Nel governo c’è intesa sulla riapertura dai negozi con orario allungato 8-22 almeno fino al 23 dicembre e di riapertura dei centri commerciali nei weekend. Disco rosso per ora invece per la apertura dei ristoranti e dei bar dopo le 18, anche in caso di regioni ‘gialle’. Il coprifuoco dovrebbe scattare alle 23 fino al 23 di dicembre e si sta ragionando se per la notte della viglia di Natale possa slittare alle 1 o 1.30 di notte. Ma al momento prevale il no alla messa di Natale. Dal 25 e fino al 6 gennaio però tornerebbe alle 22. Cenoni in case private resterebbero possibili, ma sconsigliati oltre le 6 persone. L’orientamento prevalente è vietare gli spostamenti tra regioni anche gialle, esclusi quelli dei parenti di primo grado e dei conviventi.

Riflessione anche per gli spostamenti delle seconde case, mentre per lo sci, Conte ha già detto tutto. Boccia ha assicurato che anche per tutte le attività che ruotano attorno al turismo invernale "saranno assicurati i ristori, così come sono stati garantiti per le attività che già oggi sono chiuse". Saranno nel ‘ristori quater’che sarà approvato tra venerdì e sabato dal Cdm con la maxi moratoria fiscale, sulla quale il ministro dell’Economia Gualtieri ha aperto a Forza Italia. Segnale dei tempi.

 

 

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