Covid, studio: "Con più reinfezioni aumenta il rischio di ricovero e morte"

I ricercatori della Washington University School of Medicine: "Senso di invincibilità dei vaccinati e dei guariti è sbagliato"

Roma, 11 novembre 2022 - Uno studio statunitense potrebbe ribaltare tutto ciò che sappiamo (o pensavamo di sapere) sulle reinfezioni da Covid: secondo i ricercatori della Washington University School of Medicine in St. Louis, in collaborazione con il Veterans Affairs St. Louis Health Care System, le infezioni ripetute - invece di diventare sempre più 'deboli' - aumentano il rischio di insufficienza d'organo e morte. I risultati del lavoro sono stati pubblicati su Nature Medicine

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Vaccino Covid (Ansa)
Vaccino Covid (Ansa)

I rischi delle reinfezioni

Da quando la pandemia è iniziata quasi tre anni fa, gli scienziati hanno appreso che un'infezione iniziale può portare a rischi a breve e lungo termine che interessano quasi tutti i sistemi di organi. Hanno anche determinato che le persone possono contrarre il Covid una seconda o una terza volta, nonostante acquisiscano anticorpi naturali, spiegano gli esperti. Ma finora, in linea di principio, la posizione della comunità scientifica era che le reinfezioni comportavano quasi sempre forme meno gravi della malattia. Con il nuovo studio, i ricercatori hanno scoperto che le infezioni ripetute, in realtà, contribuiscono a un rischio aggiuntivo di condizioni di salute avverse in più sistemi di organi. Esiti che vanno dal ricovero in ospedale, a disturbi che colpiscono polmoni, il cuore, il cervello e il sangue, i sistemi muscolo-scheletrici e gastrointestinali, fino anche alla morte. La reinfezione contribuisce anche a innescare diabete, malattie renali e problemi di salute mentale. Nel complesso, i ricercatori hanno scoperto che le persone con reinfezione da Covid avevano il doppio delle probabilità di morire e tre volte più probabilità di essere ricoverate in ospedale rispetto a quelle senza reinfezione. Inoltre, quelle con infezioni ripetute avevano 3 volte e mezzo più probabilità di sviluppare problemi polmonari, tre volte più probabilità di soffrire di malattie cardiache e 1,6 volte più probabilità di sperimentare disturbi cerebrali rispetto ai pazienti che erano stati infettati dal virus una volta. 

La metodologia dello studio

Per questo studio, i ricercatori hanno analizzato circa 5,8 milioni di cartelle cliniche non identificate in un database gestito dal Department of Veterans Affairs degli Stati Uniti, il più grande sistema sanitario integrato della nazione. I pazienti rappresentavano più età, razze e sessi. Gli scienziati hanno creato un set di dati controllato di 5,3 milioni di persone che non sono risultate positive a Covid dall'1 marzo 2020 al 6 aprile 2022. Utilizzando lo stesso lasso di tempo, è stato compilato un gruppo di controllo di oltre 443mila persone che erano risultate positive e un altro gruppo di quasi 41.000 persone che avevano due o più infezioni documentate (nessuno con cinque o più infezioni). Lo studio ha tenuto conto delle varianti come Delta, Omicron e Omicron BA.5.

"Sbagliato senso di invincibilità"

"Negli ultimi mesi c'è stata un'aria di invincibilità tra le persone che hanno avuto il Covid o hanno fatto vaccinazioni e richiami, e soprattutto tra le persone che hanno avuto un'infezione e hanno anche ricevuto vaccini", come se avessero "una sorta di superimmunità al virus", ha affermato l'autore senior dello studio Ziyad Al-Aly, epidemiologo clinico presso la School of Medicine. "Senza ambiguità, la nostra ricerca ha dimostrato che contrarre un'infezione una seconda, terza o quarta volta contribuisce a ulteriori rischi per la salute nella fase acuta, cioè i primi 30 giorni dopo l'infezione, e nei mesi successivi, cioè nella fase di Long Covid". Inoltre, lo studio ha indicato che il rischio sembra aumentare con ogni infezione. "Ciò significa che anche se hai avuto 2 infezioni Covid, è meglio evitarne una terza", ha detto Al-Aly. "E se hai avuto tre infezioni, è meglio evitare la quarta". Come? "Usando le mascherine, ricevendo tutti i booster indicati, rimanendo a casa quando si è malati. E facendo anche un vaccino antinfluenzale. Dobbiamo davvero fare del nostro meglio per ridurre la possibilità di avere una doppia pandemia sia di Covid che di influenza in questa stagione invernale".

Secondo l'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità, nel periodo 24 agosto 2021-2 novembre 2022 in Italia sono state registrate oltre 1,35 milioni di reinfezioni, pari al 6,9% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 26 ottobre-2 novembre è del 16,6% (28.913 reinfezioni).