Covid: la quarta dose non decolla. I virologi: "Subito anziani e fragili"

Meno del 9,5% degli italiani ha fatto il richiamo. I medici lo promuovono, ma sono divisi Il segretario di categoria: "Indispensabile per i più deboli, ma assolutamente consigliato per tutti"

Roma, 31 dicembre 2022 - Fortemente raccomandata a over 60, operatori sanitari e fragili, assolutamente volontaria per tutti gli altri. È questa la linea del governo sulla quarta dose, che non a caso non decolla. Sull’opportunità della dose booster contro il Covid gli addetti ai lavori sono divisi, anche se nessuno, almeno in questa fase, è per la vaccinazione obbligatoria. In Italia poco meno dell’85% della popolazione ha ricevuto almeno due dosi, a circa il 68% è stato somministrata la terza dose booster, ma meno del 9,5% ha scelto di immunizzarsi anche con la quarta dose. Il 29,45%, considerando solo la platea definita come prioritaria dalle autorità sanitarie, composta da ultrasessantenni, operatori sanitari, ospiti delle residenze sanitarie, donne in gravidanza e over 12 in condizioni di elevata fragilità. Si poteva fare di meglio.

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Al momento meno del 9,5% degli italiani con più di 12 anni ha fatto la quarta dose
Al momento meno del 9,5% degli italiani con più di 12 anni ha fatto la quarta dose

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"La quarta dose – osserva il segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti – è chiaramente necessaria per fragili e anziani ma a mio avviso andrebbe assolutamente estesa a categorie come i caregiver, cioè chi si occupa degi anziani, e comunque a mio avviso è utile per tutti. Per questo dico: fatevi un regalo e vaccinatevi. Senza obblighi, con assoluta volontarietà, ma anche con la consapevolezza che sia utile e sempre nell’ambito di un rapporto fiduciario tra medico di famiglia e paziente".

"È chiaro – afferma il nuovo presidente della Federazione dei medici internisti (Fadoi), Francesco Dental – che non va abbassata la guardia e occorre rafforzare assolutamente la campagna di vaccinazione sia contro il Covid che contro l’influenza. Un non vaccinato come riporta l’Iss rischia di finire in terapia intensiva 3,3 volte in più di un vaccinato quando ha più di 60 anni e il rischio è 4,7 volte maggiore per gli ultra ottantenni. Mentre riguardo l’efficacia della quarta dose la sua protezione da forme severe di malattia è di oltre l’80% contro il 60% di chi è vaccinato solo con il ciclo completo". Cosi la pensa anche il dottor Giovanni Leoni, vicepresidente della Federazione degli Ordini dei medici. "Personalmente come medico – osserva – consiglio la quarta dose per il Covid e così anche la vaccinazione influenzale, soprattutto in questa fase di incertezza. È una buona idea".

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Ma molti immunologi sono assai più cauti e sostengono la linea della vaccinazione raccomandata solo alle categorie più a rischio. "È corretto – osserva il professor Roberto Cauda del Policlinico Gemelli di Roma – che sia fortemente raccomandata per fragili, immunodepressi e over ’60 e sia facoltativa per gli altri, se non vi sia una raccomandazione del proprio medico di famiglia. Del resto, per quelli che hanno fatto tre somministrazioni il rischio di forme gravi è limitato dal fatto che l’immunità cellulare risente meno delle modifiche avvenute nelle nuove varianti". "Chi ha un normale sistema immunitario, non ha patologie sottostanti, non è anziano in questa fase non ha la necessità di un booster vaccinale – prosegue Cauda –. Il quarantenne con tre dosi, in buona salute, può quindi anche non fare il richiamo. Poi, per il futuro si sta lavorando su vaccini multicomponenti e vaccini nasali. E qui, quando saranno disponibili, si potrà ragionare sull’opportunità di un richiamo in particolare con un un vaccino nasale che potrebbe produrre degli anticorpi a livello delle prime vie aeree".