Roma, 30 marzo 2021 - Vaccini anti-Covid, durata dell'immunità, contagiosità dei vaccinati, Sputnik: sono questi i temi toccati da Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema e docente di microbiologia all'università di Roma Tor Vergata, alla trasmissione Agorà su Rai3. "C'è un primo dato molto importante" - dice - sulla capacità dei vaccini anti-Covid di proteggere non solo dalla malattia, ma anche dal rischio di trasmettere l'infezione. Arriva dal "primo studio fatto bene", nel mondo "reale, dagli Stati Uniti sul personale sanitario. Sono buonissime notizie, perché nel 90% il vaccinato non infetta. E se infetta", avendo una carica virale "molto molto bassa, dà un'infezione lieve e quasi sempre asintomatica".
"Non ho mai fatto previsioni - continua -, ma da immunologo azzardo l'unica, che spero di non sbagliare: secondo me" l'immunità conferita dai vaccini anti-Covid "dura un paio d'anni. Ma sono l'unico a dirlo, quindi spero di non pentirmi". E sottolinea: "La differenza tra vaccini non è nota", precisando che sulle stime relative alla durata dello 'scudo vaccinale' si prosegue di mese in mese: "Ad aprile dell'anno scorso abbiamo avuto i primi vaccinati" negli studi clinici, ricorda Rasi, e ora "siamo arrivati a un anno. Ogni mese ne aggiungiamo uno e speriamo di continuare così".
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Sul vaccino russo Sputnik V dice: "Sarà autorizzato" in Ue, però "io credo che per autorizzarlo ci vorranno un paio di mesi, se va bene. Quindi probabilmente non ne avremo bisogno". E sulle corse in avanti di alcune Regioni avverte: "Non si può non aspettare l'autorizzazione dell'Ema". Lo Sputnik "sta facendo i passi che deve fare. Non ha dimestichezza con le nostre regole", ma "stanno adeguandosi", osserva l'esperto. "Inizia adesso un'ispezione - ricorda - per verificare le buone pratiche cliniche, l'etica con cui è stata fatta la sperimentazione, regole molto importanti".
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