Quanto dura il Covid oggi. Sintomi e come distinguerlo dall'influenza

Migliaia di infezioni anche nell'autunno 2022. Il virus corre veloce, ma sarà un'ondata meno 'pesante' delle altre. Cosa sappiamo su antivirali e monoclonali

Covid, la maggior parte delle persone si riprende nel giro di pochi giorni dopo l'infezione, ma una su venti si porta dietro strascichi a lungo termine. Negli ultimi giorni la percentuale si registra un balzo nei diversi parametri: reinfezioni, incidenza, indice di trasmissibilità Rt, mentre salgono a 6 le regioni dove l'occupazione dei reparti da parte di pazienti positivi alle varianti della SarS-Cov-2 ha superato la soglia del 15%, come da monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità. Insomma, la pandemia sta tornando. Come regolarsi?

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Il Covid nell'autunno 2022
Il Covid nell'autunno 2022

Sommario

 

Quanti giorni sta male chi si contagia adesso?

In media sono cinque giorni di malattia, preceduti da un paio di giorni di incubazione. Più settimane passano dall'ultima vaccinazione più aumentano le probabilità di ricadute.

Quali sono i sintomi prevalenti?

Due o più di questi sintomi: febbre fino a 39 gradi, tosse insistente, congestione nasale, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari. Più rari gli altri sintomi di accompagnamento come nausea o diarrea, perdita di appetito, calo del senso dell'olfatto o del gusto.

Come distinguere Covid e influenza?

I sintomi sono simili, raccomandabile la vaccinazione antinfluenzale programmata per tempo. L'esito del tampone taglia la testa al toro e discrimina le due forme morbose.

Ci sono ancora pazienti asintomatici?

Esistono, sono una minoranza di persone che per costituzione personale, precedenti immunizzazioni o in virtù delle vaccinazioni si positivizzano dopo essere stati esposti a carica virale senza manifestare febbre o altri segni. Altri soggetti cosiddetti paucisintomatici hanno un malessere breve o poco evidente, anche se entrano a contatto ravvicinato con persone malate.

Quali sono le complicanze provocate dalle varianti durante il decorso?

Nelle persone fragili, anziane, immunodepresse, con diabete, in cura per tumori o per malattie cardiovascolari, il Covid può aggravare (complicare) le precarie condizioni di salute di partenza. Esiste poi il Long Covid, che prolunga per settimane o mesi una particolare sintomatologia (confusione mentale, fiato corto, dolore toracico, affaticamento; insonnia, perdita di sensibilità olfattiva o gustativa).

Cosa dice il ministero a proposito della situazione attuale?

Gianni Rezza, direttore prevenzione del ministero della salute, ribadisce l'invito alla prudenza: "Dato l'aumento della velocità della circolazione virale, è bene mantenere dei comportamenti prudenti e soprattutto effettuare le dosi di richiamo di vaccino per le persone a rischio (anziani e fragili) in modo da proteggersi dalle conseguenze gravi della malattia”.

Cosa dicono gli esperti

Igienisti. Walter Ricciardi, professore all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ritiene che siamo alla vigilia di una nuova ondata di Covid-19, l'ottava, a cui andremo incontro con l'arrivo dei primi freddi. Sarà meno pesante di altre ondate - spiega l'ordinario di igiene - ma sappiamo che provocherà tante altre morti, soprattutto tra gli anziani, perché solo il 30% degli over 80 ha fatto la quarta dose di vaccino e è protetto dalle conseguenze gravi della malattia”.

Epidemiologi. Massimo Ciccozzi, direttore di Statistica medica ed epidemiologia molecolare nel Campus Bio-Medico di Roma, ricorda che il vaccino protegge dalla malattia grave ma non dal contagio, ma proprio grazie al vaccino i sintomi, simili all'influenza, vengono attenuati. Quindi un consiglio: "Vaccinarsi con la quarta dose e l'antinfluenzale se si rientra nella categoria dei fragili e usare sempre la mascherina in luoghi chiusi e affollati".

Infettivologi. L’attenzione ai vaccini con particolare riguardo alla popolazione sopra i sessant'anni e nei soggetti immunodepressi deve andare anche oltre il Covid e l’influenza. Ci sono infatti alcune infezioni virali e batteriche che si possono e si devono prevenire. “I vaccini contro pneumococco, meningococco e Herpes Zoster rappresentano una grande opportunità contro infezioni dalle gravi conseguenze – sottolinea il Prof. Claudio Mastroianni, infettivologo presidente Simit – Inoltre, intervenire costituiscono un’arma in più nella lotta all’antibiotico-resistenza. Dobbiamo richiamare l’attenzione anche su altre vaccinazioni verso infezioni emergenti o riemergenti, quali il monkeypox e la poliomielite”.

Quali medicinali vengono prescritti attualmente?

La terapia attuale nelle persone giovani vaccinate colpite da ricadute sintomatiche del Covid si basa sull'impiego di antinfiammatori non steroidei, mucolitici, antifebbrili, accompagnati da dieta in bianco, abbondante apporto di acqua e riposo a letto. Evitare il fai da te, rivolgersi sempre al proprio medico di famiglia, che di fronte a un sospetto prescriverà il tampone e seguirà il decorso della malattia. In casi particolari, in presenza di fatica respiratoria, si consiglia di monitorare l'ossigenazione del sangue con un saturimetro, semplice strumento reperibile in farmacia.

Anti-Covid e antinfluenzale si possono fare insieme?

La risposta è si, ed è racchiusa nello slogan Porgi l'altra spalla. Medici di famiglia della Simg, infettivologi e igienisti della Siti hanno lanciato un appello per le vaccinazioni contestuali, rivolto soprattutto ai soggetti fragili. Fondamentale il richiamo della protezione contro le varianti del Covid, ma preoccupa il virus influenzale in arrivo. Raccomandati anche i vaccini contro pneumococco, Herpes Zoster e meningite.

Dove siamo più avanti in queste vaccinazioni?

“La campagna vaccinale della quarta dose anti Covid sta andando sicuramente meglio in Lombardia, prima Regione che ha iniziato a fare anche il vaccino anti influenzaleda diverse settimane". Così il coordinatore del Piano Vaccinale, Guido Bertolaso, ha parlato dell'andamento della campagna vaccinale a margine dell'evento sulla medicina di prossimità promosso da Hippocrates.L’emergenza Covid ha evidenziato il supporto dato dalle farmacie e dai farmacisti, che hanno dato prova di efficienza e flessibilità.

Cosa sappiamo degli antivirali?

Gli antivirali, per avere la massima efficacia, vanno impiegati nei primissimi giorni di malattia, possibilmente subito dopo l'esordio dei sintomi Gli ultimi dati disponibili su molnupiravir, il primo farmaco antivirale orale per il trattamento del Covid-19, mostrano che su pazienti adulti (prevalentemente di età inferiore a 65 anni) e vaccinati con più dosi si evidenzia una guarigione in tempi ridotti (6 giorni in meno) nel gruppo trattato con molnupiravir rispetto al gruppo con terapia standard. Inoltre, nello studio Clalit - condotto in Israele su una coorte di pazienti ad alto rischio - molnupiravir è risultato associato a un tasso inferiore di ospedalizzazioni e mortalità. Gli studi sono stati realizzati nel periodo di massima diffusione della variante Omicron di SARS-CoV-2.

Cosa sappiamo degli anticorpi monoclonali?

EMA, l'agenzia europea dei medicinali, ha approvato la combinazione di anticorpi a lunga durata di azione di AstraZeneca (Tixagevimab e cilgavimab, si è visto che l'impiego degli anticorpi monoclonali riduce significativamente il rischio di sviluppare il Covid-19 grave o i decessi.

Quali altre novità nel fronte della ricerca?

L'azienda biotecnologica Novavax ha annunciato i risultati positivi dello studio clinico del suo candidato vaccino combinato (CIC) che riunisce in un'unica formulazione il vaccino proteico anti-Covid e il potenziale vaccino influenzale quadrivalente. Sono intanto stati approvati i vaccini bivalenti aggiornati di Pfizer e Moderna, sviluppati proprio verso Omicron. Allo studio anche il vaccino booster COVID-19 di nuova generazione Sanofi-GSK formulato con variante beta al fine di offrree un’elevata risposta immunitaria contro le varianti che destano maggior preoccupazione, tra cui Omicron.

Si possono misurare le difese immunitarie?

Recentemente stato sviluppato un test per stabilire il livello e la durata di immunizzazione delle persone dal Covid-19 sviluppato dall’IRCCS Oncologico del Piemonte di Candiolo, si tratta di un semplice esame del sangue in grado di superare i limiti degli attuali test sierologici nel quantificare i linfociti T della memoria. Gli studi sono stati eseguiti su oltre 400 soggetti, sottoposti a vaccino mRNA Pfizer, analizzando le risposte delle cellule B che producono gli anticorpi, e la risposta dei linfociti T di memoria contro la proteina Spike o derivata dalle varianti B.1.351 (Beta), B.1.617.2 (Delta) e B.1.1.529 (Omicron), fino a 10 mesi dopo la vaccinazione.

Si può prevedere la suscettibilità al Covid e il decorso della malattia?

Uno studio sperimentale ha cercato di impiegare algoritmi matematici per prevedere il decorso nel Covid, al fine di migliorare la terapia. Uno degli artefici di questo approccio è Francesco Curcio, direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell'Istituto di Patologia Clinica dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale Asufc. Sono allo studio possibili biomarcatori e la definizione del rischio individuale di trovarsi in una fase iniziale di malattia, prima dell'esordio, e la probabilità di ammalarsi in futuro, i risultati non sono ancora applicabili su grandi numeri.