Covid, prime vaccinazioni a Londra. Tra ritardi e app, ecco cosa accadrà in Italia

Burioni: dovremmo partire subito anche noi, stiamo perdendo tempo. Trump minaccia Pfizer: il siero datelo prima agli americani

I vaccini anti Covid ordinati in Italia

I vaccini anti Covid ordinati in Italia

È accidentata la strada verso i vaccini. Parte a spron battuto la campagna di immunizzazione in Gran Bretagna, mentre Pfizer ha il primo parere positivo dalla Fda per la commercializzazione in America, ma Trump firma un ordine esecutivo che obbliga il colosso farmaceutico a somministrare il siero prima agli americani. A complicare le cose per l’Europa c’è il fatto che che il vaccino di AstraZeneca è largamente il più acquistato dall’Ue (e quindi dall’Italia), ma ancora è lontano dall’approvazione. Il virologo Roberto Burioni intanto chiede di vaccinare da subito gli italiani, dal 29 dicembre data prevista per l’ok europeo, senza perdere tre settimane. Ma il Governo evidentemente non riesce a fare prima e pensa a una nuova app per con cui prenotare la somministrazione e monitorare eventuali reazioni. Visto il sostanziale fallimento di Immuni, in molti sono perplessi.

Il bollettino Covid del 9 dicembre

In Gran Bretagna arriva il V-Day

Con orgoglio patriottico gli inglesi l’hanno chiamato V-day, e hanno iniziato non a caso da Coventry, città martire dei bombardamenti nazisti. Margaret Keenan, un’indomita novantenne originaria di Enniskillen, in Irlanda del Nord, è stata la paziente numero uno. "Non posso che invitare chiunque a vaccinarsi – è stato il suo appello accorato –. E non solo perché è gratuito. È la miglior cosa che ci poteva capitare in questo momento. Per favore, fatelo! Se l’ho fatto io, potete farlo anche voi!". A ricevere la seconda dose, delle 800mila già distribuite in 70 ospedali del Regno, è stato poi William ‘Bill’ Shakespeare, di 81 anni. Seguiranno altri ospiti di case di riposo, medici e infermieri. Nella prossima settimana saranno vaccinate circa 400mila persone a un ritmo di circa mille vaccini al giorno per ospedale.

Trump: prima gli americani

Il presidente americano, Donald Trump, ha firmato l’ordine esecutivo che obbliga a fornire il vaccino contro il Covid-19 ai cittadini americani e solo dopo distribuirlo al resto del mondo. Non è ancora chiaro se il provvedimento potrà vietare a un’azienda americana di rispettare i contratti con altri Paesi. Ma la Pfizer, che ieri ha ricevuto un primo disco verde dalla Food and Drug administration (Fda) per un vaccino rivelatosi "molto efficace e sicuro", ha già messo le mani avanti annunciando che intende onorare gli impegni già presi. Se non altro perché il vaccino prodotto con la tedesca BionNTech viene prodotto anche in Belgio e Germania, e quelle dosi potrebbero facilmente essere ‘confiscate’ dai rispettivi governi in osservanza al contratto.

Burioni: "vaccinare subito"

"Se l’approvazione in Ue arriva il 29 dicembre – ha detto ieri il virologi Roberto Burioni – il 30 bisogna iniziare a vaccinare senza fermarsi neppure la notte di capodanno. Se dovessimo tardare un mese o un mese e mezzo sarebbero migliaia di morti". In realtà il Governo pensa di partire tra il 16 e il 20 gennaio, comunque con una ventina di giorni di ritardo dall’approvazione. Evidentemente pensa di non saper fare di meglio.

AstraZeneca è un potenziale problema?

L’Italia ha investito molto sul vaccino di AstraZeneca, prenotandone 40,3 milioni di dosi. Ma a differenza di quelli di Pfizer (26,9 milioni) e di Moderna (10,7 milioni) già in via di approvazione dall’Ema (l’autorità regolatrice europea), il vaccino di AstraZeneca ha problemi sulla esatta calibrazione della dose da iniettare e non ha ancora presentato la richiesta di via libera. Si temono ritardi, e questi avrebbe un impatto rilevante, perché nel primo trimestre erano previsti 16 milioni di dosi da AstraZeneca, e solo 8,7 milioni da Pfizer e 1,3 milioni da Moderna. Anche nel secondo trimestre le dosi attese in Italia sono 24,2 milioni d a AstraZeneca, 8 da Pfizer e 4,7 da Moderna. C’è solo da sperare che AstraZeneca risolva prima possibile i suoi problemi.

App vaccini

Gli esperti al lavoro sul piano vaccini pensano a una app da scaricare volontariamente sul cellulare e con la quale fissare l’appuntamento e mettersi in lista per il giorno e il luogo di inoculazione della dose, ricevere avvisi sulla data del richiamo e comunicare in tempo reale anche eventuali reazioni avverse. Moto tecnologico, molto bello, in teoria. Ma il precedente di Immuni non incoraggia all’ottimismo.

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