Covid, cresce la pressione sugli ospedali. Le Regioni con i tassi di occupazione più alti

A livello nazionale, nei reparti di area non critica, raggiunto il 16%. Stabile invece al 5% il dato sulle terapie intensive

Roma, 5 aprile 2022 - Cresce ancora la pressione del Covid sugli ospedali. Nelle ultime 24 ore, in Italia, l'occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di 'area non critica' da parte di pazienti sale di un punto percentuale raggiungendo il 16% (un anno fa era al 43%) e supera il 20% in 7 regioni: Umbria (40%), Calabria (34%), Basilicata (26%), Sicilia (27%), Marche (24%), Puglia (23%), Abruzzo (22%). L'occupazione delle terapie intensive, invece, è stabile al 5% in Italia (mentre esattamente un anno segnava il 41%), ma resta al 10% in Calabria e al 12% in Sardegna. Questi i dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) del 4 aprile 2022.

Covid: tutti i dati del 5 aprile

Covid, ospedale (Ansa)
Covid, ospedale (Ansa)

I dati regione per regione

Nel dettaglio, in base al monitoraggio quotidiano Agenas, l'occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di area medica cala in Basilicata (26%) e Molise (15%), ma cresce in 7 regioni o province autonome: Calabria (al 34%), Emilia Romagna (14%), Marche (24%), Lombardia (11%), Sicilia (27%), Toscana (18%) e Valle d'Aosta (17%). È stabile nelle restanti 12 regioni: Abruzzo (al 22%), Campania (18%), Friuli Venezia Giulia (11%), Lazio (19%), Liguria (15%), Pa di Bolzano (12%), Pa Trento (al 12%), Piemonte (9%), Puglia (23%), Sardegna (20%), Umbria (40%) e Veneto (9%).

Sempre a livello giornaliero, l'occupazione delle terapie intensive cala in 6 regioni: Abruzzo (al 7%), Basilicata (1%), Campania (6%), Emilia Romagna (3%), Friuli Venezia Giulia (4%) e Sicilia (7%). Cresce, invece, in 3: Pa Bolzano (al 4%), Toscana (8%), Umbria (3%). In Valle d'Aosta e Molise (0%) variazione non disponibile. La percentuale è stabile nelle restanti 10 regioni o province autonome: Calabria (al 10%), Lazio (8%), Liguria (4%), Lombardia (2%), Marche (4%), Pa Trento (2%), Piemonte (5%), Puglia (8%), Sardegna (12%) e Veneto (3%).

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