Covid in Italia: oggi 13.197 nuovi casi. Il bollettino del 4 settembre delle regioni

I decessi sono 30. Il tasso di positività sale all'11,8%. Studio svedese: "Centaurus non resiste agli anticorpi più di Omicron 5"

Covid in Italia: i dati del 4 settembre 2022

Covid in Italia: i dati del 4 settembre 2022

Roma, 4 settembre 2022 - Ancora dati in calo per quanto riguarda il Covid in Italia. I nuovi casi sono 13.197 contro i 17.668 di ieri ma soprattutto i 17.647 di domenica scorsa. Dal  bollettino del ministero della Salute emerge che i tamponi processati sono 111.946 (ieri 152.452) con un tasso di positività che sale dall'11,6 all'11,8%. I morti sono invece 30 (ieri 48), per un totale da inizio pandemia di 175.832. Salgono di 2 unità le terapie intensive (ieri -7) con 15 ingressi del giorno, per un totale di 190, mentre sono 57 in meno i ricoveri ordinari (ieri -189) per un totale di 4.573. 

La regione con il maggior numero di casi è anche oggi la Lombardia con 1.862 contagi, seguita da Veneto (+1.630), Campania (+1.346), Emilia Romagna (+1.241) e Lazio (+1.181). I dimessi/guariti delle ultime 24 ore sono 18.181 (ieri 29.816) per un totale che sale a 21.159.271. Gli attualmente positivi sono 5.015 in meno (ieri -12.204) e diventano 603.166 di cui 598.403 in isolamento domiciliare. Il totale dei casi dall'inizio della pandemia è di 21.938.269, quello dei decessi è di 175.832.

Bollettino Covid: i dati delle regioni

Lo studio su 'Centaurus'

Intanto da uno studio del Karolinska Institutet emerge che la nuova sottovariante di Omicron BA.2.75, ribattezzata dai social 'Centaurus', non è più resistente ai nostri anticorpi rispetto alla variante Omicron 5 attualmente dominante. Una evidenza ritenuta "molto positiva" e "molto rassicurante" dai ricercatori perché ciò significa che in caso di una ondata di questa sottovariante, non sfugge agli anticorpi sviluppati con Omicron 5. La ricerca, pubblicata sul Lancet infectious diseases, ha infatti voluto testare la capacità di 'Centaurus' - rilevata a maggio scorso in India dove si è diffusa molto, per poi 'raggiungere' altri Paesi del mondo, Svezia compresa, dove è stata studiata dai ricercatori del Karolinska.

"Identificare quanto sia vulnerabile la popolazione, in questo momento, alle varianti emergenti è fondamentale", afferma Daniel Sheward, ricercatore presso il Dipartimento di microbiologia, biologia dei tumori e delle cellule, Karolinska Institutet, e primo autore dello studio. "Producendo uno pseudovirus per BA.2.75, siamo stati in grado di testarne la sensibilità agli anticorpi presenti nei donatori di sangue". I test sono stati effettuati utilizzando 40 campioni di sangue prelevati a caso a Stoccolma, sia prima che dopo la prima ondata di Omicron. 

I ricercatori del Karolinska Institutet, in collaborazione con l'università di Cape Town, in Sudaafrica, l'Eth di Zurigo, il Karolinska university hospital e l'Imperial College di Londra, hanno anche valutato anche se gli anticorpi monoclonali, usati per trattare pazienti già infetti, perdono il loro effetto contro 'Centaurus' rispetto a Omicron 5: e anche in questo caso non sono state riscontrate differenze allarmanti.