Martedì 23 Aprile 2024

Covid, Brusaferro: "Epidemia largamente diffusa. Importante individuare gli asintomatici"

Il presidente Iss fa il punto sull'epidemia in Italia, sottolineando come i casi lievi vadano gestiti dalla medicina territoriale. Le armi, dagli anticorpi monoclonali al plasma iperimmune

Covid, il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro (Ansa)

Covid, il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro (Ansa)

Roma, 28 ottobre 2020 - A fare il punto sull'epidemia da Covid-19 in Italia è oggi Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss). "L'epidemia è oggi largamente diffusa in tutta l'Italia e non più localizzata - spiega l'esperto in audizione al Senato - L'indice Rt, che descrive la velocità di diffusione del virus, dà l'idea della crescita che stiamo vivendo: è in tutte le regione superiore a 1 e molte realtà lo superano ampiamente". Inoltre l'età mediana delle persone che contraggono l'infezione è "oggi di circa 40 anni, nel periodo di picco era 60-70. In estate circa 30 anni".

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Su tutti i dati e i ragionamenti aleggia l'avvertimento di ieri del premier Giuseppe Conte: "Bisogna rispettare le misure, altrimenti scatta il rischio lockdown". Sui vaccini (3 o 4 saranno disponibili col nuovo anno) il presidente del Consiglio europeo Charles Michel assicura che "la Commissione europea ha firmato numerosi contratti per garantire che quando i vaccini saranno disponibili, possiamo beneficiare delle dosi di cui abbiamo bisogno". Pur precisando che non ha una "bacchetta magica" per vaccinare tutti in una volta. 

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Come trattare i casi lievi

 "I paucisintomatici e gli asintomatici sono certamente una fascia che deve essere gestita a livello della medicina territoriale. Così come anche una parte di pazienti con sintomatologia lieve", dice Brusaferro non nascondendo "alcune fragilità evidenti che dovranno avere una ricaduta in termini di organizzazione e pianificazione dei servizi".  Ad esempio, "l'anzianità della popolazione italiana, vanto e merito del sistema sanitario nazionale, in una situazione epidemica come questa diventa un aspetto problematico a cui guardare con attenzione".

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Individuare gli asintomatici

È importante "individuare gli asintomatici" perché "individuare le persone portatrici del virus è la prima frontiera per fermare l'infezione. Bisogna tenere la curva dei nuovi contagi sotto una certa soglia, facendo in modo che le persone identificate come positive si possano tracciare", spiega ancora. Dunque "è importante continuare a tracciare i positivi, senza mollare la presa: se il numero è eccedente e non si può più fare, si adottano misure per ridurre il numero dei positivi sotto la soglia". 

Anticorpi monoclonali

"La disponibilità di anticorpi monoclonali sarà uno strumento molto importante e potente. C'è anche una produzione italiana, oltre a quella americana, che darà risultati nel prossimo anno. Quando saranno disponibili, la possibilità di trattare pazienti con determinati livelli di gravità consentirà di avere delle prognosi molto più favorevoli".

Test sempre più facili

"Nei prossimi giorni uscirà un documento specifico sull'uso dei test", annuncia poi il presidente dell'Iss. "La realtà dei test oggi vede come golden standard il tampone molecolare. Adesso ci sono i test antigenici rapidi che hanno una performance buona. La ricerca tecnologica però è molto rapida e penso che nelle prossime settimane potremo disporre di ulteriori test ancora più facili da usare e questo tipo di test sicuramente sarà una grande agevolazione", spiega. 

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Lo studio sul plasma iperimmune

Nello studio Tsunami Italia, che mira a valutare l'efficacia del plasma nella cura del Sars-cov-2, spiega ancora Brusaferro, "al 26 ottobre sono stati 188 i pazienti inseriti". Il trial, in cui "sono coinvolti 79 centri clinici e 88 centri trasfusionali", prevede "l'arruolamento di 474 pazienti ma ha avuto rallentamento in parte dovuto al fatto che in estate, fortunatamente, il numero di casi di persone con infezione grave è decresciuto ed è stato limitato. Con la situazione attuale raggiungerà la soglia dei pazienti da arruolare in tempi più rapidi".  Nel progetto, partito a maggio, "sono coinvolte un po' tutte le regioni e 14 hanno randomizzato almeno un paziente, ma i pazienti coinvolti sono finora soprattutto toscani".