Covid Italia, fondazione Gimbe: meno contagi ma tanti morti tra over 70. Ecco perché

Report della Fondazione: -6,9% dei nuovi contagi, oltre mille decessi. Aumentano i ricoveri, giù le terapie intensive. Sottoutilizzo degli antivirali

Roma, 7 aprile 2022 - Covid Italia, i morti tornano a crescere negli ultimi sette giorni. Un dato che non si registrava da un mese. Si rileva, invece, un calo dei contagi del 6,9%. Ecco l'andamento dell'epidemia nella consueta analisi di Gimbe. Con una premessa: nella settimana dal 30 marzo al 5 aprile, 38 Province registrano un incremento percentuale di nuovi casi di Covid-19 rispetto alla settimana precedente e 69 una diminuzione. Mentre, nello stesso arco di tempo, scendono da 34 a 21 le Province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti, valore importante per capire la circolazione virale. 

Approfondisci:

Covid Italia: 69.569 contagi. Bollettino del 7 aprile, cifre regione per regione

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Sommario

Contagi e morti

Il monitoraggio della Fondazione rileva che nella settimana tra il 30 marzo e il 5 aprile si è verificata una lieve diminuzione dei nuovi casi di Covid-19: sono stati 469.479, ovvero -6,9% rispetto ai 504.487 della settimana precedente. Un calo andato di pari passo con quello dei tamponi (-4,7%). Mentre i decessi tornano sopra quota mille, passando da 953 a 1.049, con un aumento del 10,1%.  Negli over 70, sottolinea Gimbe, si evidenzia “un declino della copertura del booster e un sottoutilizzo dei farmaci antivirali, possibili determinanti dell’elevato numero di decessi negli anziani”.

Covid Italia, l'andamento dell'epidemia nel report di Gimbe
Covid Italia, l'andamento dell'epidemia nel report di Gimbe

 

Ricoveri

Continua ad aumentare, seppure solo del 5,2% e in misura minore rispetto alla scorsa settimana, il numero dei pazienti Covid ricoverati nei reparti ospedalieri, mentre tornano a scendere quelli in terapia intensiva, che vedono un -3,3%. Gimbe sottolinea come sia "mutato negli ultimi 6 mesi, il quadro degli ospedalizzati, con un incremento dei ricoverati con sintomi a cui non corrisponde un aumento di ricoveri in intensiva".

Dal 30 marzo al 5 aprile, i ricoverati con sintomi sono stati 10.246 rispetto ai 9.740 (+506), mentre i pazienti in terapia intensiva sono scesi da 487 a 471 (-16). 

Farmaci antivirali

Oltre al declino della copertura data del booster, un’ulteriore causa di ospedalizzazioni e decessi per Covid-19 può essere legata al sottoutilizzo dei farmaci antivirali. Ne sono stati prescritti finora circa 21.000 trattamenti in tutta Italia nell’arco di quasi tre mesi. Numeri "troppo esigui", imputabili "alla mancata abilitazione dei medici di famiglia alla loro prescrizione". Si corre il rischio che ne restino "scorte inutilizzate", fa sapere la fondazione.

Come riportato dal report dell’Agenzia italiana del Farmaco del 25 marzo 2022 sui trattamenti antivirali disponibili per pazienti non ospedalizzati, finora sono state avviate 4.052 terapie con Paxlovid (in 42 giorni dall’inizio del monitoraggio), 12.149 con Molnupiravir (in 83 giorni) e 5.100 con Remdesivir (in 83 giorni). Gli antivirali sono raccomandati, in teoria, a una larga platea di persone in Italia, ovvero a tutti "gli adulti non ospedalizzati per Covid-19 e non in ossigeno-terapia con insorgenza di sintomi da non oltre 7 giorni e in presenza di condizioni cliniche che rappresentino dei fattori di rischio per lo sviluppo di Covid-19 grave".

"Il sottoutilizzo di questi farmaci - sottolineail presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta - è da imputare alla mancata abilitazione dei medici di famiglia alla loro prescrizione, oltre che all’erogazione esclusiva nelle farmacie ospedaliere e non in quelle territoriali. Considerato che l’accordo 2022 per la fornitura di Paxlovid ammonta a 600 mila trattamenti (per un totale di 400 milioni di euro), in assenza di un adeguato modello organizzativo in grado di garantire la necessaria tempestività della prescrizione, si rischia che le scorte rimangano inutilizzate come già accaduto per gli anticorpi monoclonali". 

Vaccinazioni

Al 6 aprile sono ancora 6,93 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino: di queste 2,58 milioni protette solo temporaneamente in quanto guarite dal Covid da meno di 180 giorni. Di conseguenza, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,35 milioni, un dato che continua a non tener conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto. 

Il monitoraggio della Fondazione, aggiornato alla mattina del 6 aprile, rileva anche che solo 64.792 quarte dosi sono state somministrate agli immunocompromessi, con una copertura dell’8,2% della platea e nette differenze regionali: dallo 0,8% del Molise al 36,7% del Piemonte. Sono state, invece, 38,9 milioni le terze dosi somministrate, con una copertura dell’83,5%: dal 78,2% della Sicilia all’87,3% della Valle D’Aosta. Resta ferma all’85,6% la percentuale di popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid, pari a 50,7 milioni di persone, e all’84% quella che ha fatto il ciclo completo, ovvero 49,7 milioni. Mentre sono 6,93 milioni i non vaccinati, di cui 2,58 milioni di guariti protetti solo temporaneamente e 4,35 milioni attualmente vaccinabili. Nella settimana 30 marzo-5 aprile si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 9.553 rispetto ai 14.782 della settimana precedente (-35,4%). Di questi il 25,9% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: sono 2.479, con un calo del 32,1% rispetto alla settimana precedente. Scende ancora tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 2.049 (-34,8% rispetto alla settimana precedente). "I tassi di copertura vaccinale, infatti, nell’ultimo mese hanno registrato incrementi davvero esigui", sottolinea Cartabellotta.