Covid, l'esercito dei fragili senza vaccino. Ecco le regole, Regioni in ordine sparso

Pochi immunizzati su 2 milioni di italiani a rischio. Nel Lazio 50mila dosi, in Toscana ed Emilia Romagna 15mila. Lombardia ancora ferma

Vaccinazioni, foto generica

Vaccinazioni, foto generica

Sono 2 milioni e 83mila e vanno vaccinati subito perché per loro il Covid è questione di vita o di morte. Ma anche per gli estremamente vulnerabili – persone che per le loro patologie hanno un rischio particolarmente elevato di sviluppare formi gravi o letali di Covid-19 – le Regioni, come per gli ultraottantenni e il pasticcio della categorie privilegiate che alcune hanno incluso, vanno in ordine sparso con il corollario di ritardi e talvolta caos.

Le diverse velocità

C’è che come il Lazio è partito da un mese e ne ha già vaccinati 50mila, chi come l’Emilia Romagna e la Toscana ne han vaccinati 15mila a testa, la Campania e il Veneto oltre 8mila, le Marche 2mila, la Calabria 1.500 ma anche chi come la Lombardia inizierà solo dal 15 aprile con appuntamenti comunicati telefonicamente dalle Asl dal 6 aprile, e chi come l’Umbria, il Piemonte, l’Abruzzo e molte altre non ha ancora deciso quando partire. A stabilire le priorità e le patologie per le quali si è considerati "estremamente vulnerabili" è il piano nazionale del ministero della Salute, che elenca le patologie una per una.

Le regole

Ma spetta poi alle Regioni fissare le modalità di prenotazione e l’esecuzione delle vaccinazioni. E qui ognuno segue la sua strada, con esiti che divergono. "Una regia nazionale – osserva invece Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe – sarebbe auspicabile, pur se l’attuazione spetta alle Regioni. Lo Stato deve essere rigoroso nell’indirizzo e nella verifica, ma se l’indirizzo è light, il risultato è questo, c’è chi chi fa abbastanza bene e chi non è neppure partito".

E così il Lazio di sistemi di prestazione ne prevede ben tre – medico di famiglia, la struttura presso la quale la persona è in cura e la prenotazione on line con codice di esenzione – mentre le Marche alla vaccinazione di fragili ricoverati accompagnerà a giorni quella su prenotazione e altre regioni come la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto procedono su chiamata della Asl. La Toscana invece, che prevedeva il sistema di chiamata dalle Asl, da qualche giorno ha previsto la possibilità di prenotarsi on line per 15mila fortunati su 60mila registrati, con l’inevitabile risultato che martedì c’è stata una disperata corsa al click che ha portato all’intasamento del sistema di prenotazione.

Adesso si conta di rendere disponibili nuove prenotazioni e di ampliare le vaccinazioni a domicilio, per le quali, oltre alle Usca, da lunedì saranno disponibili anche Protezione civile e volontariato. L’Umbria invece annuncerà il suo piano probabilmente oggi, con apertura delle prenotazioni dai primi giorni del mese di aprile.

La mancanza di dosi

"La vaccinazione dei fragili, che nella nostra regione sono 188mila – osserva Raffaele Donini, l’assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna –, è essenziale perché vaccinandoli si riducono mortalità e ospedalizzazione. Noi abbiamo scelto di chiamarli usando i nostri elenchi e il limite vero sono le dosi a disposizione. Personalmente ritengo che bene ha fatto il presidente Draghi a richiamare le Regioni al rispetto dei criteri del piano nazionale, che per noi è sempre stato il riferimento da attuare. Adesso le Regioni chiedono solo due cose: più dosi e certezza delle consegne per fare programmazione". Ogni assessore questo ripete: dateci le dosi. "Nelle Marche – osserva da parte sua l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini – abbiamo circa 140mila pazienti fragili e abbiamo iniziato 3 settimane fa con quelli che si trovavano ricoverati negli ospedali. Dai primi di aprile apriremo uno slot specifico per i fragili e i disabili nel sito delle Poste. Sinora ne abbiamo vaccinati duemila e contiamo di completarli tutti entro fine aprile: il solo vero limite è la scarsità di vaccini".