Covid, la sottovariante Kraken minaccia anche l'Europa. Ecdc: "Possibile aumento dei casi"

Già diffusa negli Stati Uniti e nel Regno Unito, la Xbb.1.5 è stata rilevata anche in 15 paesi europei, tra cui l'Italia. Pregliasco: "Più contagiosa ma poco pericolosa"

Roma, 9 gennaio 2023 - La corsa della sottovariante Xbb.1.5 negli Stati Uniti fa crescere l'allarme anche in Europa. Infatti, la mutazione ribattezzata Kraken è sotto la lente d'ingrandimento dell'Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control), che avverte di un eventuale rialzo dei casi anche nel Vecchio continente, "ma non a gennaio". Per l'Organizzazione mondiale della sanità, al momento è solo una "variante di interesse", e non una "variante di preoccupazione", ma occorre tenerla d'occhio in quanto la mutazione l'ha resa molto facilmente trasmissibile. 

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Analisi di sequenze in un laboratorio (Ansa)
Analisi di sequenze in un laboratorio (Ansa)

Oltre agli Stati Uniti e al Regno Unito, dove la Xbb.1.5 è più diffusa, la variante è presente anche in 15 paesi europei, tra cui l'Italia. Per ora, l'incidenza in Europa è inferiore al 2,5%; ma gli scienziati statunitensi, dove la Kraken è responsabile per il 27,6% delle infezioni, hanno stimato un tempo di raddoppio di 9 giorni. "La rapida crescita negli Usa non significa necessariamente che la variante diventerà dominante in Europa - ribadisce l'Ecdc -. Questo perché durante la pandemia sono state osservate più volte importanti differenze nella circolazione delle varianti tra il Nord America e l'Europa". 

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"Le mutazioni facilitano l'immunoevasione, quindi schivano le difese immunitarie pregresse, e hanno una maggiore contagiosità". Lo spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano. La Kraken è una variante molto contagiosa, dunque, ma sembrerebbe poco pericolosa. I sintomi, in ogni caso, sono molto chiari. Analogamente ai suoi 'parenti' della famiglia Omicron, si replica nelle vie aeree superiori e ha una manifestazione variegata: "Dal niente a forme che ricordano le influenze con febbri molto alte, dolori muscolari e sintomi più impegnativi", spiega Pregliasco. E cosa fare in caso di infezione? L'esperto consiglia l'utilizzo di antinfiammatori, "per modulare la risposta immunitaria ed evitare la tempesta citochimica". E mai scordarsi dei fragili, ribadisce il virologo, verso i quali "bisogna avere grande responsabilità", tenendo conto della "contagiosità elevata".

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