Covid, l'indice Rt torna sopra quota 1: cosa significa

L'ultimo monitoraggio di ministero della Salute e Iss: nessuna regione è a basso rischio. Ricoveri su: Sicilia e Umbria sopra la soglia di allerta

Roma, 24 giugno 2022 - Continua la galoppata di Omicron 5 in Italia. Sulla scia della nuova variante stiamo assistendo a un rialzo della curva dei contagi Covid. E siamo tornati un una fase espansiva dell'epidemia. Lo certificano oggi l'ultimo monitoraggio di ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità. L'indice Rt ha infatti superato quota 1 (1,07) calcolato sui casi sintomatici): non succedeva da due mesi e mezzo. Nella settimana 1-14 giugno, la scorsa settimana era di 0,83. Aumenta anche l'incidenza settimanale a livello nazionale: 504 ogni 100.000 abitanti. Nessuna regione italiana è più classificata a rischio basso. Dodici regioni sono classificate a rischio moderato in base ai criteri stabiliti con il Dm del 30 aprile 2020, mentre 9 regioni sono a rischio alto per molteplici allerte.

"Data l'elevata velocità di circolazione virale è bene ricordare che si può ridurre il rischio di trasmissione dell'infezione utilizzando le mascherine, specie in presenza di grandi aggregazioni di persone, e allo stesso tempo proteggere le persone più fragili e più anziane con ulteriore dose booster", commenta Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione ministero della Salute. 

Rt >1, cosa significa? 

Ma cosa succede se Rt supera 1? Il valore di R (al tempo t) indica la probabilità di trasmissione per singolo contatto tra una persona infetta ed una suscettibile. Varia in base al numero dei contatti della persona infetta e della durata dell’infettività. Si calcola sui dati forniti dal monitoraggio sanitario (data inizio sintomi e data di ospedalizzazione) che consente di  elaborare una curva di incidenza di questi casi giornalieri. Se Rt è superiore a 1 (come è oggi), scatta l’allerta perché significa che allo stato attuale ogni persona ne contagia almeno un'altra, in alcuni casi di più di una. 

Ricoveri in aumento 

Salgono - ma era già evidente dai bollettini quotidiani - i ricoveri per Covid-19, sia nei reparti ordinari sia in terapia intensiva. Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 2,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 23 giugno) rispetto all'1,9% della settimana precedente (rilevazione giornaliera Ministero al 16 giugno). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale raggiunge lo 7,9% (rilevazione giornaliera al 23 giugno) rispetto al 6,7% della scorsa settimana (rilevazione giornaliera al 16 giugno). Sicilia e Umbria la percentuale di occupazione dei reparti ordinari ha superato la soglia di allerta del 15%. 

L'incidenza per regione

L'incidenza dei casi di Covid sale sopra 500 per 100mila abitanti in 8 Regioni: Abruzzo (533,1), Emilia Romagna (512,0), Friuli Venezia Giulia (552,4), Lazio (672,7), Sardegna (680,7), Sicilia (563,2), Umbria (560,9) e Veneto (623,0). Il valore più alto è dunque quello della Sardegna. Rispetto all'occupazione dei reparti ordinari ospedalieri, questa settimana due Regioni superano la soglia di allerta fissata al 15% per l'occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid: la Sicilia (al 17,6%) e l'Umbria (al 17,7%).