Covid Italia, gli anestesisti: "Senza stretta fra un mese sarà caos rianimazione"

Gelmini: a breve confronto Governo-Regioni. Alcuni governatori in pressing su un 'doppio binario' sui no vax. Di Maio: "Il lockdown differenziato non è sul tavolo"

Covid, allarme dei rianimatori (Ansa)

Covid, allarme dei rianimatori (Ansa)

Roma, 18 novembre 2021 - "Attualmente c'è una situazione allarmante per l'occupazione delle terapie intensive in Friuli Venezia Giulia, oltre la soglia del 10%, e la Provincia autonoma di Bolzano. La situazione è preoccupante anche in Veneto. In generale, se non verrà applicata in modo stringente la norma sul green pass e non si incentiveranno le terze dosi, potremmo raggiungere una situazione drammatica nel giro di un mese e mezzo circa in tutto il Paese". A lanciare l'allarme sono gli anestesisti, con il presidente Alessandro Vergallo che all'Ansa lancia un appello: "Chiediamo che la durata del green pass sia 6 mesi, dato il calo di efficacia del vaccino dopo tale periodo".

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I numeri dell'epidemia di Covid continuano a salire in particolare in alcune zone d'Italia (ecco quali sono le regioni a rischio 'giallo') e le Regioni chiedono urgentemente un incontro al Governo. "Oggi ho chiesto al presidente del Consiglio, a nome della Conferenza delle Regioni, un incontro urgente con il governo" - ha annunciato il presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga. "Le Regioni - spiega Fedriga - sono preoccupate per il peggioramento dello scenario di rischio epidemiologico in alcune aree del Paese e anche per la ricaduta che tale situazione potrebbe avere sulla ripresa economica e sulle attività sociali, a pochi giorni dall'avvio della stagione turistica invernale e a poche settimane dalle festività natalizie".

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"È urgentissima - sottolinea Fedriga - una comune riflessione Governo-Regioni sulla tenuta delle regole attualmente vigenti che furono adottate in assenza dell'attuale percentuale di vaccinati e dello strumento della certificazione verde. L'obiettivo è quello di mettere in sicurezza sia il sistema sanitario, sia le attività economiche e sociali, anche per anticipare eventuali scenari di criticità. Occorre individuare interventi condivisi partendo dalla considerazione dei danni economici incalcolabili legati all'incertezza che i prossimi passaggi di zona rischierebbero di provocare alle attività e - conclude Fedriga - dobbiamo accelerare la campagna vaccinale, partendo sin da subito con la somministrazione della terza dose a tutti i cittadini".

Regioni divise

Intanto, in merito all'ipotesi di una stretta per i non vaccinati le posizioni tra i governatori sono sfaccettate: tra i rigoristi il presidente ligure Giovanni Toti, che spiega: "La maggioranza delle Regioni, dalla Liguria alla Toscana fino al Friuli-Venezia Giulia, non vuole chiusure contro nessuno. La nostra è una proposta aperturista: sono necessarie scelte di buon senso collegate ai numeri. Intanto servono due Green pass: uno per chi è vaccinato e uno per chi fa il tampone. Così, se non potremo giustamente impedire di lavorare a tutti, anche a chi con testardaggine non vuole vaccinarsi, potremo almeno decidere di aprire le attività secondarie, dai teatri ai cinema, dagli stadi ai centri commerciali, soltanto a chi ha il certificato verde con le due dosi fatte".

Invece secondo il governatore del Veneto Luca Zaia un lockdown per i soli no vax "ha oggettivi limiti costituzionali. Dovremmo investire di più sul dialogo convincendo gli irriducibili a vaccinarsi. Comunque, ogni decisione la prenderemo assieme, fra governatori". Ancora più netto il presidente delle Marche Francesco Acquaroli, che ritiene che non siano "utili" ulteriori restrizioni per i non vaccinati o un Green pass rinforzato, "perché anche se il contagio ha ripreso a correre siamo in una fase diversa dallo scorso anno" e anche perché "nonostante il primo e il secondo Green pass, non stiamo vedendo un aumento sconvolgente delle vaccinazioni". Ulteriori misure, secondo il governatore marchigiano, rischierebbero di creare "altre tensioni e divisioni tra chi è vaccinato e chi non lo è". 

La posizione del Governo

Il lockdown per i non vaccinati, proposto da alcune Regioni, "non è la strategia da attuare con i numeri odierni". Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. "C'è qualche area del Paese che rischia di finire in zona gialla, ma la zona gialla non prevede grosse restrizioni, quindi al momento non vi è motivo di fare restrizioni per i non vaccinati, cosa che eventualmente può essere valutata se qualche territorio dovesse passare in arancione", è la riflessione di Sileri.

Il lockdown per i no vax "oggi non è oggetto di decisione, ci sono governatori che l'hanno proposto, ma lo schema di lavoro è che deve essere la comunità scientifica a dirci cosa fare. Bisogna andare avanti con le vaccinazioni. Il tema non è neanche l'obbligo di vaccini, il tema è la terza dose", ha ribadito Luigi Di Maio, ricordando che in Austria c'è il 65% dei vaccinati, in Italia l'86%. 

Il ministro per gli Affari regionali, comunque, raccoglie la richiesta delle Regioni e fa sapere di aver inoltrato la richiesta al presidente del Consiglio Draghi e il ministro Speranza: "Il governo è ovviamente disponibile a mettere in agenda un tavolo di confronto, che dunque faremo a breve", ha detto la Gelmini, chiudendo la Conferenza Stato-Regioni. 

Green pass e terza dose vaccino

Per ora, l'unica certezza è che il Governo adotterà due misure in un Consiglio dei ministri che si terrà la prossima settimana: la 'sforbiciata' della durata del green pass, da 12 a 9 mesi, e l'obbligo a sottoporsi alla terza dose di vaccino anti-Covid per il personale sanitario. Oggi il tema, assicurano fonti di governo, non è stato trattato nel Cdm che ha adottato il decreto attuativo sull'assegno unico per i figli, ma la prossima settimana il dossier arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Non è ancora deciso se accompagnato da altre misure anti-Covid, come chiesto dal fronte dei governatori, con alcune regioni in pressing per un 'doppio binario' sui no vax.